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ESCLUSIVA – Claudio Onofri: “Ballardini ha dato immediatamente un’identità al Genoa”

Claudio Onofri, ex capitano e perno del Genoa negli anni '80, ci ha rilasciato un'intervista sull'impatto straordinario che Ballardini ha dato al suo Genoa

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 Intervista esclusiva a Claudio Onofri

Claudio Onofri, uno dei simboli del calcio degli anni ’80 nonché capitano e perno del Genoa, ha da sempre la squadra rossoblù nel cuore, anzi la reputa “la sua vita”.

Per questo che abbiamo voluto chiacchierare proprio con lui sulla rinascita del grifone targata Ballardini.

Onofri Genoa
Fonte immagine: Profilo ufficiale Claudio Onofri

Ballardini è alla sua quarta esperienza al Genoa da subentrato, secondo lei cosa ha portato a questa squadra?

Nelle precedenti esperienze ha portato sicuramente una serenità ambientale dovuta al fatto che qui è un personaggio molto amato dai tifosi e c’era infatti contentezza da parte loro per il suo ritorno a Genova.

Quest’anno ha fatto molto di più, ha trovato una squadra che arrancava sotto il profilo tattico, appena arrivato ha dato immediatamente un’impronta che nessuno si poteva aspettare così in fretta.

Ora c’è una squadra che sa cosa deve fare in campo, si muove contemporaneamente in tutti i reparti e nei momenti di difficoltà sa soffrire com’è successo con il Verona, nel secondo tempo contro il Napoli e l’Atalanta.

Fonte immagine: Profilo ufficiale Twitter Genoa CFC

Parliamo di un giocatore poco conosciuto come Shomurodov. E’ stata una sorpresa?

Io onestamente lo conoscevo già, l’ho visto diverse volte al Rostov e mi sembrava adattissimo come caratteristiche al nostro campionato. Lui non si può considerare un cecchino infallibile perché non è il classico centravanti, infatti quel ruolo lo ha ricoperto solamente nell’ultimo anno al Rostov e comunque ha fatto 11 gol.

E’ un attaccante completo che sicuramente può dare una mano al suo compagno di reparto e può fare gol anche lui.

Può dare una mano anche a livello difensivo pressando gli avversari. Per me non è stata una sorpresa perché a parte le prime partite dove aveva bisogno di ambientarsi e imparare la lingua ha preso subito quella dimensione che gli appartiene, anzi penso che possa anche superare il suo livello attuale.

Domani ci sarà il derby contro la Sampdoria, come lo affronterà il Genoa? 

Credo che ormai il diktat di Ballardini sia quello di avere una squadra che cerca di pressare il più alto possibile e di essere propositiva ogni qual volta ha la palla tra i piedi. Penso che ci sia questa volontà mirata anche in rapporto alla disposizione degli avversari, a cosa ti consentono di fare gli avversari.

C’è sempre l’intenzione di voler vincere le partite e questo è un qualcosa che Ballardini ha trasmesso immediatamente e ne sono rimasto sorpreso.

Il lunedì arrivò al Signorini e dopo due giorni giocarono contro lo Spezia. Oltre a quella serenità di cui si parlava, si è visto immediatamente una prestazione che era dovuta a input tattici di Ballardini, si muovevano tutti contro una squadra che se la lasci giocare ti può mettere in difficoltà e invece oltre alla vittoria c’era stato un itinerario ben preciso che poi man mano è migliorato.

Le statistiche dalla difesa parlano di colabrodo con Maran a imbattibile con Ballardini. Cos’è cambiato?

E’ cambiato non solo il reparto difensivo, tutti sono più ordinati e seguono le misure giuste risultando così più difficili da scardinare rispetto a prima. La novità importante di Radovanovic come difensore centrale ha dato un impulso positivo. La crescita di Mimmo Criscito, Masiello, dello stesso Goldaniga però aiutati anche molto dagli esterni come Zappacosta e Cyborra.

L’acquisto di Strootman nel mercato invernale ha innalzato obiettivamente il livello tecnico della squadra complessiva facendo migliorare gli stessi Zajc e Badelj e tutti quelli che giocano intorno a lui.

Queste condizioni stanno portando addirittura il Genoa a non guardarsi indietro a chi sta lottando per non retrocedere però non è assolutamente finito nulla perché il percorso è ancora lungo.

Marco Pjaca non riesce ad emergere, ci sono dei limiti suoi o è un problema tattico?

Se vogliamo metterla sul piano tattico quando viene schierato come seconda punta, è chiaro che non è propriamente il suo ruolo, quello sì però probabilmente è un problema suo dovuto a chissà che cosa.

E’ difficile capire le sue caratteristiche dal punto di vista del temperamento non conoscendolo personalmente. Ha avuto anche la sfortuna di avere diversi infortuni in carriera che lo hanno penalizzato. Questo ragazzo l’ho visto giocare a 17 anni in patria era di una categoria superiore a tutti e mi aspettavo diventasse uno dei primi 50 giocatori al mondo perché aveva tutte le qualità per farlo.

E’ comunque un calciatore che da una mano in campo ma da lui ti aspetteresti sempre qualcosa in più perché ha le possibilità per poterlo fare; speriamo che piano piano ci riesca.

Destro invece sembra rigenerato dalla cura Ballardini. Può essere un talento ritrovato?

Può essere un talento ritrovato anche perché tutto sommato i meriti sono anche della società, bisogna riconoscerlo. All’inizio della stagione, la società aveva comunque puntato sulla permanenza di Destro e sul recupero del calciatore che aveva dato da subito segnali importanti e con l’arrivo di Ballardini li ha innalzati.

La società ha creduto in qualcosa in cui sinceramente nemmeno io speravo visti gli ultimi anni del calciatore in cui non stava esprimendo le sue potenzialità.

Fonte immagine: Profilo ufficiale Twitter Genoa CFC

Perché il Genoa non riesce mai ad affrontare una stagione tranquilla?

Nelle ultime stagioni c’è stato un caos a livello dirigenziale soprattutto riguardo la scelta e la conferma degli allenatori perché se andiamo a vedere un po’ tutte le campagne acquisti e cessioni non erano così deludenti a livello potenziale ma erano diminuite di valore come l’esonero di Andreazzoli, l’arrivo di Thiago Motta e poi di Davide Nicola cioè prendi un allenatore, dopo due mesi lo cambi e allora vuol dire che hai fatto un errore di scelte e queste situazioni si ripetono frequentemente.

Io credo che ora Preziosi lo abbia capito. L’errore non è stato nell’individuazione dei calciatori perché comunque sono sempre stati fatti acquisti per fare un discreto e tranquillo campionato.
La scelta dell’allenatore è fondamentale nello sviluppo del gioco e della classifica, è imprescindibile fare appunto la scelta esatta da ora in poi se si vuole migliorare.

Raffaella De Macina
Fonte copertina: Profilo ufficiale Facebook Claudio Onofri

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