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ESCLUSIVA- Ciao Pablito! Il ricordo dei compagni, di chi ne ha narrato le gesta, di chi non lo dimenticherà mai

Agroppi, Di Carlo. Cuccureddu, Di Livio, Zazzaroni, Compagnoni, Rosanna Marani e tantissimi altri ricordano sulle nostre pagine Pablito. Il calciatore. Il campione. L'uomo.

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Per me è stata un’icona del calcio. Nel 1982 quando vinse il Mondiale io avevo 18 anni, mi apprestavo a giocare a calcio e per me è stato il massimo vedere l’Italia Campione del Mondo con Paolo Rossi che segnava tutti quei gol ravvicinati contro squadre fortissime.  Nel ’95 in suo onore presi la maglia nella Lazio numero 20, il suo numero al Mondiale. L’ho sempre visto come una persona umile, modesta. Amo le persone modeste, e lui lo era nonostante il nome diventato famoso a livello mondiale.
Cristiano Bergodi

Ci lascia una persona squisita, una persona che era il mio idolo da bambino;  nell’82 ero tra i ragazzini che, nel suo paese, faceva i caroselli: dopo quello che aveva fatto nell’82 era uno dei nostri beniamini. Poi, a fine carriera, ho avuto la fortuna di conoscerlo con il Club Italia (lui era il mio presidente e il mio capitano). Posso dire che era una persona a tuttotondo, sereno e sempre con il sorriso stampato, mai nervoso, mai arrabbiato… una persona unica.
Ruggiero Rizzitelli

Provo un grande dispiacere per la sua scomparsa, da tifoso della Juventus e suo grande ammiratore…
Michelangelo Rampulla

Non ho avuto il piacere di conoscerlo ma so che è stato un grande dentro e fuori dal campo, una persona amata da tutti. Di quel Mondiale ricordo pochissimo perché avevo 7 anni, ma so che è stato l’incubo di tante difese, dei brasiliani soprattutto, e ricordo il mio paese in festa per tanti giorni. Credo di avere ancora da qualche parte la sua figurina Panini con la maglia della Juve.
Luigi  Mastrangelo 

Paolo Rossi, uomo semplice gran giocatore ma soprattutto lo ringrazio per quel Mondiale del 1982 che mi ha dato una delle mie gioie da ragazzo 💙
Gianluca Pagliuca 

Ho un ricordo meraviglioso di Paolo Rossi perché ho avuto la grande fortuna di frequentarlo dopo che lui ha finito la carriera di giocatore. Una carriera che è stata abbastanza breve ma piena di grande lustro, di grandi vittorie, di tante sconfitte, di un calcio scommesse che gli è rimasto dentro al cuore, dal quale si è risollevato con grande fatica, anche perché poi i fatti hanno detto che era completamente estraneo a quello che era accaduto.
Paolo Rossi per me è stato un grande amico, un compagno di viaggio eccezionale con cui ho condiviso tantissime puntate de La Domenica Sportiva e devo dire che vedere le partite insieme a lui, con Tardelli, Pecci e altri suoi compagni (con mille racconti del backstage, del dietro le quinte) è stato per me un arricchimento.
Paolo era uno a cui, secondo me il calcio nemmeno piaceva più tanto: era uno che guardava la partita e dopo cinque minuti l’aveva già inquadrata, aveva già capito chi era il calciatore più bravo, quello che stava giocando bene e quello che stava giocando male. Le guardava con finta sufficienza. La cosa che mi ha sempre fatto piacere è quando mi diceva che stava bene con noi  in trasmissione, si divertiva e si parlava di calcio nel modo giusto. Lui era carino, affettuoso, intelligente e al tempo stesso molto carismatico. E’ stato un grandissimo giocatore e questo però lo sanno tutti, è inutile continuare a sottolinearlo e a raccontarlo, ma secondo me l’uomo a volte è stato quasi meglio del giocatore. Era uno per pochi, ora uso una frase del grande Mario Sconcerti. Con lui la serata non era mai persa. Te ne andavi via che avevi sempre guadagnato qualcosa. Che fosse una trasmissione, una cena o un caffè: stare con lui era veramente un piacere immenso.
Mando un grande abbraccio, siamo qui a rimasticare il dolore di questa ennesima perdita di questo maledetto 2020.
Jacopo Volpi

Ringraziamo tutti coloro che hanno accettato di ricordare e salutare Pablito attraverso la nostra redazione: non avremmo potuto trovare parole più significative di queste.

PER SEMPRE PABLITO NAZIONALE!

 

 

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