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ESCLUSIVA – Christian Pradelli e Fulvio Giuliani raccontano Milan – Napoli, un big match dal sapore amaro

Milan - Napoli, una partita dall' amaro conto alla rovescia per entrambe. Una sorta di ultima chiamata prima che sia troppo tardi. Ne parliamo con Christian Pradelli e Fulvio Giuliani.

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Christian Pradelli e Fulvio Giuliani raccontano l'attesissimo match di San Siro

Milan-Napoli evoca sempre ricordi di gloria soprattutto per chi ha vissuto questa sfida un po’ di tempo fa. 

Nel 1990 i Partenopei e il Diavolo si sono sfidati al fotofinish per la conquista del Tricolore che poi viene cucito, per la seconda volta in tre anni, sulla maglia del Pibe De Oro Maradona e dei suoi compagni. 

Milan Napoli 1990
NAPLES, ITALY – OCTOBER 21: Napoli player Diego Maradona (l) challenges Carlo Ancelotti of AC Milan during an Italian League match on October 21, 1990 in Naples, Italy. (Photo by Simon Bruty/Allsport/Getty Images)

In tempi più recenti parliamo di una gara sempre assai vissuta – e combattuta – in cui le due squadre lottano per contendersi almeno un posto in Europa.

Sembra quasi surreale la situazione che si profila oggi. 

Il Milan arranca alla ricerca di se stesso oramai da mesi, sulla panchina del Diavolo alla gestione – tanto rapida quanto dolorosa – di Marco Giampaolo si è susseguita quella di Stefano Pioli che tuttavia non ha ancora dato il riscontro che ci si aspettava. Non era certo questo il panorama che la Società aveva previsto dopo l’esonero di Gennaro Gattuso, alla fine della scorsa stagione.

Ancora più sconcertante la vicenda di casa Napoli dove quasi dal nulla – ma ovviamente non è così – è scoppiata una reazione a catena che rischia di minare sino alle fondamenta la società campana compromettendone gli obiettivi stagionali e il prosieguo del cammino tra Ancelotti e il resto del gruppo. Senza considerare i destini dei giocatori. 

Alla vigilia del match, la partita ha già un amore dolce amaro di conto alla rovescia per entrambe. Una sorta di ultima chiamata prima che sia troppo tardi. 

Ne parliamo con Christian Pradelli, direttore di SpazioMilan nonché collaboratore de La Gazzetta dello Sport e Fulvio Giuliani connduttore e opinionista televisivo.

Christian Pradelli e Fulvio Giuliani raccontano l’attesissimo Milan — Napoli

1 – Milan – Napoli è stata definitiva una partita crudele. Se diamo infatti un’occhiata alla classifica, i rossoneri praticamente in zona retrocessione, gli azzurri fuori dall’Europa. Che partita ti aspetti? Immaginavi la scorsa estate che questo più che un big match sarebbe diventato una partita da “dentro o fuori”?

C: Mi aspetto una partita dove il Milan sa che deve necessariamente vincere. Sono due squadre che non stanno bene per diversi motivi: il Milan per tutta una questione legata ad anni di grossi cambiamenti dove si è persa tutta la spina dorsale della squadra.  Al momento di importante è rimasto solo il blasone. Dall’altra parte una squadra che sta vivendo una situazione inedita con praticamente una divisione in tre tronconi, allenatore, presiente e giocatori e quindi bisognerà vedere chi riuscirà a essere più compatto. Ecco forse la compatezza potrà essere la chiave di questa partita.

F: Non l’avrei mai immaginato, soprattutto per quanto riguarda il Napoli. Sui rossoneri nutrivo dei dubbi ma, ai nastri di partenza, pur non considerando ancora gli Azzurri da scudetto, non mi sarei aspettato un campionato del genere.

2- Per Christian, Pioli è già a rischio esonero?

No, francamente non credo lo sia già anche perché è arrivato da qualche partita. Poi al di là dei punti raccolti,  il Milan si ritroverebbe con tre allenatori sul gobbo e credo francamente che non possa proprio permetterselo.

Per Fulvio, Ancelotti tecnico dall’esperienza e dai successi internazionali si ritrova in balia di un caos a cui non si riesce a dare risposta. Molti hanno perso le parole… tu le hai? Come ti spieghi questo ammutinamento?

 Mi sorprende moltissimo che un allenatore della sua caratura, esperienza e carisma, si sia fatto prendere in contropiede dalla decisione della squadra. Si è creata una situazione in cui è chiamato a dimostrare di essere ancora Carlo Ancelotti.

3 – Pioli è a quota nove successi contro il Napoli. Christan, second

Getty

o te su chi deve puntare per conquistare il decimo? Carletto, invece, deve sfatare la cabala. Fulvio che ricetta suggerisci per Ancelotti?

C: Una bella domanda… tutto ci portrebbe a pensare o alla prima punta o al Suso di turno che però è sempre più odiato che amato. Non ci sarà Calhanoglu, penso possa essere la gara di conferma per Bennacer anche se è leggermente più probabile che gochi Biglia.

F: Anche se hanno un certo peso, io credo poco ai numeri. Sicuramente Pioli vorrà raccogliere i frutti del suo lavoro (che già si sono iniziati a intravedere) ma Ancelotti non può permettersi un altro passo falso: da questo punto di vista è una delle gare più affascinanti che si potessero disegnare.

4 – Che cosa rimproverate ai due tecnici?

C:  A Pioli posso rimproverare in realtà poco. Quando un allenatore subentra o fa veramente male, altrimenti che colpe può avere di una preparazione che non l’ha visto partecipe, e se si ritrova una squadra che non è stata costruita sul suo credo?  Lui deve fare l’operaio e da operaio deve cercare di ottenere il meglio.

F: Non mi sento di rimproverare nulla a Pioli che ha preso un cumulo di macerie su cui sta costruendo qualcosa mentre a Carletto, oltre all’essersi fatto cogliere impreparato, ha adottato troppo turn over e noi sappiamo che di eccessi si può anche morire.

5 – Milan – Napoli sarà anche Maldini contro Ancelotti, una sfida affascinante fra allievo e il suo maestro.

C: Una sfida affascinante anche se al momento ricoprono due ruoli molto diversi.  Sicuramente sono due ex giocatori che si sono trovati sia come compagni di squadra sia come allenatore e giocatore nel loro periodo più importante. Chissà se un giorno non si ritroveranno di  nuovo insieme…

F: Maldini e Ancelotti sono un tuffo in quello che siamo stati da appassionati di calcio perchè al di là del tifo, quel Milan ha rappresentato un punto di svolta stampato a caratteri cubitali nella storia del calcio.

6 – Quanto stanno influendo le problematiche interne sul rendimento in Campionato?

C: In realtà le problematiche interne penso possano influire più sul Napoli che sul Milan; i rossoneri hanno una situazione dirigenziale – manageriale che è nota,  però insomma la squadra è quello che è in questo momento. L’esperienza non te la dà la dirigenza, non te la dà un Maldini nè nessun altro.

F: Le polemiche stanno pesando e pure tanto, ma tanto è inutile nasconderlo: sarebbe bastato battere l’Atalanta – come doveva esserlo nell’ordine delle cose, al di là del palese errore arbitrale, come è stato riconosciuto anche da Rizzoli – e  forse avremmo assistito a molte meno pertubazioni.

7 – Sarà la partita del riscatto per Suso e per Insigne?

C: Potrebbe essere,  anche se ha già segnato una punizione nell’ultima partita in cui il Milan ha vinto. Per Suso si aspetta sempre un riscatto; è un po’ un “Aspettando Godot”, parafrasando Agnelli con Del Piero.

(getty images)

Suso resta uno dei giocatori più equivoci del Milan, perché c’è chi pensa che sia il miglior valore in campo e chi invece pensa che detti proprio la lentezza e spesso l’inadeguatezza di questa squadra.

F: Rispondo così: mi basterebbe vedere l’Insigne della Nazionale!

Il Corriere del Pallone

8 – Parliamo un po’ di mercato. Si parla molto di Ibrahimovic. Potrebbe essere utile?

C: Potrebbe essere ancora oggi importante per un top club, figuriamoci quanto potrebbe esserlo per il Milan!

F: Dimmi dove devo firmare per avere Ibra! Fino a dove devo andare a piedi! Quelli che sollevano dubbi su Zlatan si sono dimenticati di chi stiamo parlando: di uno dei pochi rari giocatori in grado di caricarsi psicologicamente sulle spalle una squadra e farla rendere in modo che senza di lui non sarebbe possibile.

9- Qualche nome che consiglieresti alla società per Gennaio? Chiedo a Fulvio quanto manca una figura come Reina nello spogliatoio…

C: Credo ci sia bisogno di un forte rinforzo in difesa, puntellando alla fine ogni reparto del campo, quindi anche centrocampo e attacco. Sarebbe il massimo, bisogna però capire quanto è disposto a investire Elliot in funzione a quelllo che è il mantra di Eliot; quindi avere degli investimenti che possano poi fruttare nel tempo.

F: Detto che abbiamo un portiere pazzesco, perchè a mio avviso Meret è più forte di Donnarumma in prospettiva, la persona nello spogliatoio manca, però è arrivato anche il momento di crescere. Se ci si ritiene grandi calciatori bisogna esserlo anche fuori dal campo.

Fonte: getty images

Quanto a Gennaio, faccio sempre fatica a indivuduare qualche nome, certo ho detto Ibra, ma non è proprio detto che venga al Napoli a meno che non ci siano dei clamorosi colpi di scena.

Non credo che il colpo di Gennaio possa risollevare le sorti di una stagione. La stagione si risolleva, si raddrizza  lavorando su quelli che hai. Non credo che quelli che ad Agosto erano considerati capaci di contendere lo scudetto alla Juventus siano improvvisamente diventati incapaci di arrivare quarti in Campionato!

 

Giusy Genovese

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