ESCLUSIVA – Barbara Pedrotti: “Come Ayrton Senna, ammiro il duro lavoro, la dedizione, la competenza”

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Ritorna la nostra rubrica che dà voce ai volti rosa del calcio italiano. Dopo Jolanda De Rienzo è oggi il turno di Barbara Pedrotti, conduttrice e quotista per BWIN all’interno del programma Serie A Live. Poliedrica, versatile e grandissima sportiva,  Barbara ha parlato in esclusiva per noi della sua passione per lo sport, una passione che l’ha portata a intraprendere il lavoro dei suoi sogni: la giornalista e la speaker sportiva.

Ti conosciamo tutti per il tuo ruolo di quotista per bwin nel programma Serie A Live, ma sappiamo che oltre al calcio nella tua vita ci sono anche tanti altri sport. Come nasce questa tua passione per lo sport e ce n’è uno in particolare a cui proprio non riesci a rinunciare?

Credo effettivamente la mia vita si possa sintetizzare con lo sport!
Sono nata con la passione per moltissime discipline, sia praticate che seguite alla tv o direttamente dal campo, una passione poi che si è fortunatamente trasformata nella mia professione, una grande gioia che mi permette di alzarmi tutti i giorni sorridendo anziché sbuffando all’idea di dedicarmi al mio lavoro. Difficile fare una graduatoria degli sport che più porto nel cuore, sicuramente una menzione va fatta al ciclismo che mi ha permesso di calcare per primo i palcoscenici più importanti al mondo, penso ad esempio ai Giri d’Italia, ai Campionati del Mondo, alle grandi classiche e così via… Immancabile poi l’atletica, l’arrampicata, lo sci, le moto, le MMA e ovviamente il calcio, che da buona italiana credo di avere nel DNA.
Se poi parliamo di sport “praticati” non appena ho un minuto libero mi divido tra jogging, nuoto e ciclismo, il mix migliore per liberare la mente e ricaricare le batterie per il giorno seguente.

Tiki Taka (1)Portare l’amore per lo sport anche nella tua vita professionale è stata una conseguenza naturale o solo un caso?
E’ stata semplicemente la cosa più bella che potesse accadermi! Prova a pensare a quante ore trascorriamo lavorando e quanto poco tempo abbiamo per dedicarci alle attività che più amiamo, beh, per me il rapporto è inverso. Certo non è sempre facile, ci sono dei sacrifici da fare, degli orari e dei ritmi che spesso sono difficili da sostenere ma, come diceva Confucio, quando si sceglie un lavoro che si ama in fin dei conti non si lavora mai. Se è stata una conseguenza naturale? Sì e no. Non credo molto alla fortuna, piuttosto credo nella determinazione e nella testardaggine. Amando lo sport mi sono sempre tenuta informata sui risultati, sulle novità, poi mi sono laureata in lingue straniere in maniera tale da non avere limiti legati alla lingua. Ho cominciato da giovanissima affiancando colleghi speaker cercando di carpire i segreti del mestiere, imparare dalle cose positive e prendere spunto da quelle negative, migliorabili diciamo. Piccole manifestazioni che poi sono state sostituite da eventi sempre più importanti, una lunga gavetta della quale vado particolarmente fiera.

 Come sei arrivata a Mediaset premium? Parlaci di questa esperienza…
Ci sono arrivata come dicevo poc’anzi dopo una lunga gavetta, un attestato di fiducia che mi sono guadagnata “sul campo”. Mediaset mi conosceva per il mio rapporto con lo sport, per la mia professionalità, bwin cercava un profilo come il mio, e da qua quindi è nato questo sodalizio che mi ha permesso di entrare in un mondo che ben conoscevo da appassionata, ma che ancora non avevo toccato da professionista, il mondo del calcio appunto. Un’azienda importante, composta da grandi uomini, che mi ha fatto conoscere una parte di quella disciplina che ancora non conoscevo in maniera approfondita, parlo ovviamente delle statistiche, un modo per completare ancora di più la mia formazione.

Hai qualche aneddoto divertente da raccontarci riguardo alla tua carriera?
Ce ne sarebbero molti, ma quello che maggiormente ricordo e che credo non dimenticherò mai è quello legato al mio primo giorno come presentatrice ufficiale del Giro d’Italia. Era il 19 maggio 2008, il giorno del mio ventiseiesimo compleanno, tutti i miei amici mi chiamavano per farmi gli auguri e chiedermi come avrei festeggiato, e io che invece ero rinchiusa nella mia camera d’albergo sommersa da dati, statistiche, biografie dei corridori e quant’altro, l’indomani avrei affrontato il mio primo palcoscenico al Giro. 20 maggio, crono individuale da Pesaro ad Urbino, tappa che poi sarà vinta da Marzio Bruseghin, arrivo alla partenza con così largo anticipo da non trovare nessun palco montato, nessuna struttura, chiedo quindi a degli addetti ai lavori dove mi sarei dovuta portare per aspettare che quello che sarebbe stato il mio palco venisse montato e, e si mettono a ridere! Mi dicono di non scherzare, che una donna non sarebbe mai potuta essere la voce tecnica, che probabilmente ero una miss addetta ai gadget. Al momento sono andata su tutte le furie, ora lo ricordo con un sorriso, come uno dei tanti momenti nei quali mi sono trovata ad affrontare degli atteggiamenti un po’ maschilisti, diciamocelo, situazioni che però con il senno di poi vedo in maniera positiva perché mi hanno fatto crescere.

in studioLa tua avvenenza credi ti abbia un po’ agevolato o piuttosto come spesso accade ti ha causato diversi pregiudizi?
Direi entrambe le cose. Nel lavoro di speaker tecnico di certo non è fondamentale, in tv invece credo lo sia di più. Di certo avere un aspetto gradevole apre molte porte, sta a noi poi però dimostrare che come diceva la canzone “oltre alle gambe c’è di più”, e sta agli altri invece capire che essere donna, e magari carina, non preclude la possibilità di essere preparata e “sul pezzo” come i colleghi maschi.

 Hai una squadra del cuore? Una partita che ricordi con piacere?
Devo essere onesta, anche se so che sarà difficile da credere non ho un club per il quale faccio il tifo in maniera particolare. Ci sono dei calciatori che preferisco più di altri, delle azioni, degli stili che prediligo ma nulla di più, nel mio cuore c’è spazio solo per la nazionale, della quale non credo d’essermi persa mai nessuna partita! Se mi si chiede invece se c’è una partita che ricordo con grande piacere beh, lì non ho dubbi, la finale di Europa League 2014. In campo allo Juventus Stadium Siviglia e Benfica, e io chiamata a presentare la partita direttamente dallo stadio per la UEFA: un’emozione che non scorderò mai!

 Concludiamo chiedendoti quali sono i tuoi progetti futuri e se c’è una giornalista o conduttrice sportiva che ammiri

Dopo la fine del campionato, la mia mente ora è proiettata al ciclismo con i Campionati del Mondo di MTB che apriranno un’estate ricca di appuntamenti. Tante le idee e i progetti per la nuova stagione, vedremo!
Quando abbiamo cominciato questa intervista e ho esordito con il racconto delle discipline alle quali sono particolarmente legata ho scordato la F1, in particolare quella a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando a correre erano Prost, Mansell, Schumacher, Piquet e Senna, il mio preferito, ed è proprio ad una sua frase che farò riferimento per rispondere alla tua domanda, come diceva Ayrton “Non ho idoli, ammiro il duro lavoro, la dedizione, la competenza”.

Giusy Genovese

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