Il 2020 è stato un anno super per il Verona
di Ivan Juric
Insieme ad Antonio Di Gennaro, storico giocatore gialloblu che ha vinto lo scudetto nella stagione 1984-85 proprio con il Verona con cui ha giocato per sette stagioni, abbiamo chiacchierato sull’ottimo momento degli scaligeri sotto la guida del tecnico croato.
Il 2020 è stato un anno da incorniciare per il Verona, ti aspettavi un impatto così determinante?
La società, prima che arrivasse Juric, galleggiava tra Serie A e Serie B. Con l’arrivo di Juric, ha messo una squadra, insieme al Ds D’Amico, conforme a quello che era il modo di giocare del tecnico. Lui stesso ha portato dei giocatori che conosceva molto bene a Genoa: Lazovic, Gunter e Veloso e ha creato una squadra veramente importante dando la giusta mentalità all’ambiente facendo un campionato di livello.
Ha dato via calciatori con plusvalenze importanti (Amrabat, Rrahmani e Kumbulla) però è rimasta tale come classifica, anzi forse ancora meglio anche se attualmente ha qualche problema con gli infortuni che deve ora migliorare con il mercato però è in una posizione invidiabile.
Juric ha una percentuale importante nel merito, ha proseguito la voglia di stupire sempre mettendo anche giovani interessanti senza guardare l’età anagrafica.
La squadra sembra confermare anche quest’anno l’ottimo andamento in campionato. Può continuare a stupire?
Quest’anno è già un’annata particolare dovuto al Covid, a preparazioni diverse e a situazioni contingenti, a infortuni. Credo abbia bisogno Juric di rifare un po’ un mercato e prendere 3-4 calciatori per dare all’organico quella linfa che serve. Benassi non lo ha mai avuto, Kalinic non sappiamo quando ritornerà dall’infortunio, ci sono valutazioni da fare.
Rimanere in quella posizione sarebbe ottimo e si può trovare il modo per stupire ancora, l’importante è continuare ad avere quella mentalità, quella voglia di allenarsi e migliorarsi e seguire ciò che il tecnico chiede.
Serviranno calciatori di qualità e soprattutto personalità che aiuterebbero ad alzare il livello della rosa.
Juric, dopo la classica “gavetta”, è riuscito a trovare la sua dimensione e a dare un’identità al Verona. Quanto c’è di lui in questa squadra?
E’ un allenatore che portandosi tre calciatori che già conoscevano la sua mentalità e il suo modo di allenare e impostare, hanno aiutato il gruppo affinché capissero cosa lui voleva.
Soprattutto con Veloso che si è rivalutato tanto dopo anni incerti quindi ha dato quella qualità e mentalità e ha tirato fuori anche da altri giovani interessanti fra cui Zaccagni che è un gioiello e su cui Mancini ha già messo l’occhio con la Nazionale.
Tameze lo ha fatto giocare da centrocampista e anche falso nove per necessità. Queste scelte e intuizioni danno un gran merito anche in questo.
Il mister continua a ribadire che l’obiettivo resta sempre la salvezza. Non pensi che il Verona possa spingersi oltre?
Nei miei anni, ogni anno mettevamo come obiettivo il premio salvezza a 25 punti ma sapevamo che avevamo l’umiltà e l’ambizione di poter fare anche qualcosa di importante. Poi è venuto lo scudetto ma in altri anni siamo arrivati anche in Coppa Uefa o in finale di Coppa Italia e avevamo sempre come step iniziale la salvezza con la società.
Credo sia un discorso anche per rimanere con i piedi per terra però con l’ambizione rapportata all’umiltà di sapere che possono fare qualcosa di importante.
Ma la prima regola resta sempre sapere da dove si è partiti.
Il Verona sta diventando il trampolino di lancio per molti suoi calciatori. Rrahmani, Amrabat, Kumbulla ne sono la prova lampante. Merito del settore giovanile e degli osservatori?
Certo, quando si lavora in simbiosi e ci sono i progetti per far sì che si sviluppi il settore giovanile e di far giocare giovani interessanti, Juric in questo non ha problemi un po’ come Gasperini con l’Atalanta. Infatti Juric è un po’ l’allievo di Gasperini e in questo un po’ si somigliano.
Blocco unico allenatore-direttore sportivo con cui si è costruita una squadra a livello tecnico-tattico scegliendo calciatori funzionali; il presidente che fa la sua parte a livello amministrativo e di contabilità, e poi il settore giovanile con Margiotta che fa salire i giovani più talentuosi.
Bisogna crederci perché senza crederci è inutile investire, aspettare i giovani, avere la pazienza, qualità, staff importante e questo è l’esempio che sta facendo anche il Sassuolo e altre squadre.
A proposito di calciatori, con l’inizio del calciomercato invernale, le squadre stanno puntando Zaccagni e Silvestri. Credi siano pronti per il salto di qualità?
Direi di sì anche se poi sappiamo che quando vai in una squadra grande, può pesarti la maglia anche se anche se il Verona resta una società importante essendosi consolidata negli anni.
Se vai a giocare in squadre come Inter, Juve, Milan, Napoli che hanno l’obiettivo di andare in Champions o vincere il campionato, può cambiare qualcosa ma la personalità non si può migliorare negli allenamenti, se ce l’hai la migliori solo giocando certe competizioni e campionati.
Silvestri è migliorato tanto ed è stato convocato in Nazionale, Zaccagni è un giocatore moderno, diciamo un trequartista esterno che salta l’uovo ed è diventato anche più cattivo sotto porta ed è fondamentale. Loro due sono già pronti.
Per continuare a viaggiare su questi livelli anche nel girone di ritorno, su chi dovrebbe puntare la società per migliorare la rosa?
Credo che un altro attaccante serva, un altro centrocampista che va a rimpinguare un settore dove secondo me manca qualcosa. Ilic è un giovane 2001 molto interessante ma credo che almeno uno per reparto sarebbe importante per migliorare questa rosa.
Pensi che Juric possa affermarsi e creare un vero ciclo con il Verona o probabilmente lo aspetta una big nel prossimo futuro?
Quest’estate c’era la Fiorentina e lui aveva quasi chiuso l’accordo poi però Commisso ha preferito confermare Iachini e quindi Juric è rimasto a Verona.
Lui è un normale che sia un allenatore richiesto, ci aveva provato anche il Torino, però avendo poi firmato per tre anni con il Verona sembra che possa aprire un progetto importante.
Faccio sempre un paragone con Gasperini al primo anno con l’Atalanta, quando è rimasto ha avuto qualche piccolo problema ma poi vinse quella partita famosa contro il Napoli e da lì ha iniziato a volare con questa squadra anche a livello europeo in maniera entusiasmante.
Il progetto c’è e mi sembra siano chiari anche nell’esporlo sia lui che il direttore sportivo.
Mi auguro possa aprire un ciclo con il Verona perché sappiamo la difficoltà in Italia avere una continuità nelle squadre perché manca la pazienza di aspettare i risultati.
Juric credo abbia dimostrato sia l’anno scorso che quest’anno che può aprire veramente un ciclo importante con questa squadra.
Raffaella De Macina