Sono passate solo cinque giornate eppure la Serie A non manca di regalare emozioni in quello che si prospetta un campionato “anomalo” per via dei Mondiali che si disputeranno nel mese di Novembre. Tanti i colpi di scena tra le big e non solo. Una delle osservate speciali è sicuramente la Roma di José Mourinho che reduce dalla vittoria della Conference League, si trova di fronte ad un vero e proprio esame di maturità: dimostrare di essere concreta, dire la sua in campionato, in Europa e tornare a competere per le posizioni che contano. In 5 partite la squadra giallorossa ha conquistato 10 punti; non male come bottino. Ieri sera però arriva una pesante ed inaspettata sconfitta per 4-0 contro l’Udinese che fa riemergere alcuni fantasmi del passato. Cosa è mancato? Su quali aspetti bisogna ancora lavorare?
Abbiamo parlato di questo e di molto altro che riguarda l’universo giallorosso con un suo grande tifoso nonché esperto giornalista sportivo e radiofonico volto noto delle tv romane, Alberto Mandolesi più volte intervenuto ai microfoni della nostra redazione di Golditaccoaspillo , e che siamo felici di riavere con noi.
Iniziamo togliendoci subito il dente e partiamo dalla pesante sconfitta della Roma a Udine. Come si spiega una tale debacle? Cos’è che è mancato alla squadra per reagire?
“Potrà essere spiacevole la mia interpretazione, ma da anni sostengo che la Roma, dal punto di vista qualitativo, ha forti carenze (il discorso sarebbe lungo, ma uno degli esempi più evidenti è la difficoltà di palleggio quando, pressata dagli avversari, deve uscire dalla propria metà campo, e un altro è la bassa percentuale realizzativa in rapporto alle conclusioni in porta). Questo fa sì che la squadra punti più sulla forza fisica che sulla qualità di gioco. A Udine ha incontrato avversari che, sotto il piano della fisicità, ci hanno sovrastati, e se a questo si aggiungono gli errori decisivi di molti, si spiega il risultato”.
Mourinho sappiamo tutti essere un grande allenatore ed anche un gran comunicatore. Ieri sera ha dichiarato che è meglio perdere una partita per 4-0 che quattro partite per 1-0. In questa sconfitta, quanto c’è di suo e quanto della squadra o dei singoli?
“Il calcio è sport collettivo. Si vince e si perde assieme. Quindi tutti, in percentuale, sono responsabili. Anche il Mister che, come hai detto tu, è un grande comunicatore e ci ha mostrato il bicchiere mezzo pieno di un 4-0”.
Al netto di queste prime cinque giornate, come le sembra la Roma rispetto alla passata stagione? La trova cresciuta a livello di mentalità o manca ancora qualche tassello?
“La strada è ancora lunga per arrivare alla Roma che tutti vogliamo. E’ stata una buona campagna acquisti, la rosa è migliorata, ma c’è ancora tanto da fare se vogliamo tornare tra le grandi d’Europa”.
Quanto è soddisfatto del mercato della Roma? Si poteva fare meglio o sono arrivati gli innesti giusti?
“Certo che si poteva fare meglio, ma bisogna riconoscere che si è fatto tanto, forse più di quanto non mi aspettassi. Questa Proprietà è sulla strada buona per costruire qualcosa di duraturo e di molto positivo”.
Uno degli acquisti che ha destato più clamore ed entusiasmo è sicuramente quello di Paulo Dybala che ha siglato la sua prima doppietta contro il Monza. Quanto pensa possa essere decisivo per questa Roma? È l’ambiente giusto per lui?
“Dybala non poteva trovare di meglio, e mi sembra stia già dimostrando la sua riconoscenza. Certo, non si possono vincere le partite da soli. Mi aspetto che, a fine campionato, vada in doppia cifra e che ci aiuti a regalare qualche bella sorpresa, magari inaspettata”.
Insieme alla Joya è arrivato anche Andrea Belotti suo ex compagno nelle fila del Palermo. Pensa che questo connubio possa funzionare bene anche alla Roma? È la piazza giusta per il Gallo per riaffermarsi anche in chiave Nazionale?
“Conto molto su Belotti. E’ il giocatore perfetto per Roma e per la Roma. Un combattente, un fighter, come piace alla gente. Ora sta pagando lo scotto di non aver potuto fare preparazione con la squadra, ma mi aspetto molto da lui. E’ centravanti d’area e al contempo di manovra. Torna ad aiutare, segna e si batte in ogni angolo del campo. Mi ricorda molto il mio vecchio amico Ciccio Graziani. Un idolo della tifoseria giallorossa degli anni ottanta”.
Si può considerare un nuovo acquisto anche Nicolò Zaniolo che la società vuole fortemente tenere a Roma. Lasciando da parte il recente infortunio alla spalla, come lo trova? Le sembra tornato il Nicolò che era prima dei due pesanti infortuni alle ginocchia?
“Zaniolo è stato sfortunatissimo. Ha tutto per entrare nella storia dei grandi giocatori romanisti. Bisognerebbe che la malasorte smettesse di occuparsi di lui. Per il suo bene, gli consiglierei di centellinare quello che sa far meglio: le percussioni coast to coast. Più porti palla, e più è facile subire qualche intervento pericoloso”.
È un Abraham che ancora deve ritrovarsi nonostante abbia siglato il pareggio contro la Juve. Pensa sia dovuto ad una condizione fisica non del tutto completa o qualche pensiero di troppo visti anche i nuovi innesti?
“Abraham è un mistero. Dopo le vacanze non credo sia tornato veramente lui, ma abbia mandato un sosia che gli somiglia ma non sa giocare a pallone come “quello vero”. Mi consolo pensando a Smalling: primo anno benissimo, seconda stagione irriconoscibile, e poi una sicurezza per la difesa”.
Cosa ne pensa del sorteggio di Europa League? È un girone fattibile per la Roma?
“Beh, certo. Il nostro Ranking ci ha piazzato in prima fascia, e non mi aspettavo un girone proibitivo. Debbo dire, però, che col Betis abbiamo pescato il peggio di quello che potevamo pescare. Ricordo a tutti che per passare il turno bisogna arrivare primi, perché le seconde andranno a spareggiare contro le terze della Champions”.
In chiusura le volevo chiedere quali squadre secondo lei possono essere davvero pericolose in questo campionato? E dove si aspetta possa arrivare la Roma.
“Le squadre che lottano per un posto in Champions sono sempre le stesse sette (Atalanta inclusa). Sono anche quelle che rappresenteranno l’Italia in Europa nella stagione 2023-24. La Roma deve migliorare la sesta posizione dello scorso campionato, ma la concorrenza è agguerrita. Molto dipenderà dagli infortuni. Speriamo di aver già dato quello che dovevamo dare alla Dea Bendata”.