Eriksen, da direttore d’orchestra a spettatore

Christian Eriksen, da direttore d'orchestra a spettatore. Il danese è un fantasma alla corte di Conte e il rapporto con il tecnico è ormai incrinato

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Eriksen è un fantasma alla corte di Conte e il rapporto con il tecnico è ormai incrinato

Parte o non parte? Questo è il dilemma.
No, non si tratta della tragedia di Shakespeare e no, il protagonista di questa storia non è il principe di Danimarca Amleto.
È un altro danese, Christian Eriksen.

Arrivato in Italia dalla Premier League come il nuovo direttore d’orchestra dell’Inter di Conte, il centrocampista ha evidentemente perso la sua bacchetta per dirigere la formazione nerazzurra, o forse non l’ha mai trovata. Si gode quindi gli spettacoli dalla platea, pardon, dalla panchina e a gennaio potrebbe già lasciare Milano. 

Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Eriksen
Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Eriksen

Dilemmi e fantasmi.
Nella tragedia shakespeariana Amleto incontra lo spettro del re, suo padre, in questa storia invece il fantasma è proprio il protagonista: Eriksen.

Il danese, arrivato lo scorso gennaio in nerazzurro, non è mai riuscito a prendersi l’Inter e non ha ancora sfondato con la maglia nerazzurra.

Quattro gol in 33 presenze, prestazioni abbastanza discutibili e un rapporto con Antonio Conte che sembra sgretolarsi sempre più. La rottura è ormai evidente e i segni di insofferenza cominciano a farsi notare.

Eriksen per il pugliese è una riserva, di lusso, ma pur sempre di riserva si parla.

E la colpa di chi è?
Probabilmente sta nel mezzo.

L’ex Tottenham quando ha giocato dal primo minuto non è mai stato decisivo e il tocco da direttore d’orchestra non si è visto. Ma non si può dimenticare che Conte lo ha impiegato poco e spesso, molto spesso, lo ha inserito negli ultimi minuti. 

Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Inter
Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Inter

Il 28enne si è trasformato dunque in uno spettatore non pagante anche se, come dichiarato dallo stesso calciatore, non ha intenzione di passare tutto il tempo in panchina.

Il tecnico però, dal suo canto, non è contento delle risposte date dal giocatore nelle poche occasioni concesse.

Una matassa davvero difficile da sbrogliare. I due sono profondamente diversi e in questi mesi non hanno mai trovato la giusta sintonia.  Continuano così a non capirsi e la situazione, con il passare del tempo, non sembra affatto migliorare. 

“Perché non gioco? Chiamate Conte e chiedete a lui. Dovete chiamare l’allenatore e chiedere a lui, perché è una sua decisione”.

Nelle ultime settimane non sono poi mancate le frecciatine, da una parte e dall’altra, e non sono mancate le tensioni. Un periodo davvero difficile e circostanze ormai insostenibili, tanto che il tecnico non vuole che si parli sempre e solo del danese. 

“Dovete finirla di parlare sempre e solo di Eriksen”

Come finirà questa storia? Non è dato saperlo e bisognerà attendere con tutta probabilità gennaio per conoscere le nuove trame.

Il dilemma rimane, il fantasma momentaneamente anche e ai tifosi non rimane che attendere e osservare.  

 

Alessandra Cangialosi