L’Equilibrio instabile degli allenatori: Panchine in bilico

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La panchina non è mai salda, il mestiere dell’allenatore, sempre più, è caratterizzato da un equilibrio instabile: una volta Josè Mourinho disse: “Penso che un allenatore deve essere pronto all’esonero. Ma se l’allenatore ha paura di questo, non lavora bene e ha grandi problemi“.

A prescindere dai progetti, dalle idee di gioco, dalla stima dei tifosi e dei giocatori, al di là dei contratti, l’allenatore di calcio è un professionista che deve avere la consapevolezza di dipendere dai risultati che rappresentano gli stabilizzatori dell’equilibrio. Non conta il tempo, non contano le pagine già scritte perchè , là dove mancano i risultati, la panchina inizia a traballare portando con sè ulteriori scossoni che minacciano l’armonia: è questo il caso di Bucchi, Baroni, Juric, Pecchia, Rastelli, Montella che, dopo sette giornate di campionato, sono in bilico.

BUCCHI: Il suo Sassuolo ha collezionato 5 sconfitte, un pari e una sola vittoria. I risultati pesano e come sul giudizio di un tecnico che ha ereditato una rosa pressocchè simile a quella del suo predecessore. Con Di Francesco i neroverdi hanno raggiunto traguardi inaspettati, oggi, i 15 gol subiti e solo 4 punti in classifica minacciano l’equilibrio facendo pendere il tutto dal lato negativo. La società del patron Squinzi gli ha riconfermato la fiducia che però non potrà essere infinita: l’ ex Perugia non potrà permettersi ulteriori passi falsi.

BARONI: La sua prima volta in Serie A sta minacciando l’equlibrio costruito negli anni tra i Sanniti e il tecnico autore della storica promozione nella massima serie. Prima volta tra i grandi per tutti, società, giocatori e allenatore, gli zero punti in classifica sono giustificabili ma fanno vacillare la panchina. Il Presidente Vigorito ha provato a riequilibrare il tutto dichiarando: “Non sempre l’esonero è la soluzione. Bisogna essere capaci di scavare a fondo fino a trovare le radici dei problemi di una squadra”  ma circolano già tanti nomi sull’ipotetico “futuro stregone”: magari uno come Reja che di salvezze in serie A è specialista.

JURIC: Due punti in sette partite, il Grifone è partito malissimo e a farne le spese potrebbe essere, neanche a dirlo il tecnico. La panchina di Ivan Juric non è salda ma come potrebbe esserlo in una società il cui è precario anche il Presidente? Nella scelta finale, comunque, verranno considerati diversi fattori: dai tanti infortuni alla sfortuna che ha condizionato alcuni risultati senza dimenticare il ‘peso’ del contratto fino al 2019 che lega l’allenatore ai rossoblù.

PECCHIA: Pericolo scampato? Il rigore realizzato da Pazzini allo scadere, consentendo all’Hellas di non subire la quinta sconfitta stagionale, ha lasciato la situazione in bilico: ovvero una panchina traballante. Fondamentale e decisiva, per la società, era la gara contro i Granata che Pecchia e i suoi sono riusciti a non perdere. Anche in questo caso la sosta sembra utilissima: se non si dovessero riscontrare miglioramenti la panchina potrebbe passare a uno fra Oddo Iachini. 

RASTELLI: Il presidente Giulini sta valutando varie ipotesi ma, per il momento, sembra prevalere la linea della conferma dell’allenatore. Salvo sorprese, sarà ancora lui a guidare il Cagliari alla gara col Genoa: il suo futuro sembra legato proprio alla sfida con i Grifoni.

MONTELLA: La sua panchina non è scossa dai bassifondi della classifica ma da aspettative che non trovano riscontro nei risultati. Il Milan ha un andamento altalenante e una difesa che deve ancora trovare la quadra giusta: inevitabile il traballio. Se a questo si aggiungono i rumors provenienti dall’esterno, ecco che la solidità generale viene a mancare. Ancelotti esonerato dal Bayern è un’ombra capace di scuotere tutto l’ambiante creando un vero e proprio terremoto per Montella.

Sei allenatori in cerca di stabilità: situazioni, ambienti, obiettivi diversi ma professionisti che vivono la stessa precarietà perchè “la realtà della vita nel calcio è questa: il presidente è il capo, poi ci sono i consiglieri, poi il segretario, poi i tifosi, poi i giocatori e poi alla fine di tutto in fondo al mucchio l’ultimo degli ultimi, la persona di cui alla fine possiamo tutti fare a meno, il fottuto allenatore!” (Dal film Il maledetto United)

Caterina Autiero