Definito come un incrocio tra Gigi Riva e Paolo Rossi, ecco la consacrazione di Enrico Chiesa, tra i migliori della sua generazione.
Oggi si parla tanto di suo figlio Federico e si tende a dimenticare che anche Enrico Chiesa, a suo tempo, animò l’Italia a suon di reti.
Era perfetto nel ruolo di attaccante puro, abile negli scatti e con un grande istinto per il goal.
Qualcuno lo definì un po’ opportunista, dote immancabile per i grandi fuoriclasse, eppure Enrico Chiesa dispensava anche molti assist.
La carriera di Chiesa comincia alla Sampdoria, squadra che lo segue sin dal settore giovanile e che lo spedisce in piccoli club per fare esperienza.
I feedback sono molto positivi ed Enrico con i suoi goal impara subito la legge dei grandi numeri.
I blucerchiati decidono allora che è pronto per giocare in Serie A e lo affiancano a Roberto Mancini.
Una coppia d’attacco di alto livello, senza dubbio, eppure quella che formerà con Hernán Crespo al Parma funzionerà ancora meglio.
Il Parma è la squadra della consacrazione ed Enrico Chiesa ha la fortuna di giocarci negli anni migliori per il club, che vince la Coppa Italia e la Coppa UEFA. In quest’ultima competizione Chiesa è decisivo e si laurea anche capocannoniere.
Quando passa alla Fiorentina sembra un talento sprecato dopo la sua prima stagione, condizionata dagli infortuni e dall’adattamento al nuovo stile di gioco.
Con il tempo Enrico plasma il suo gioco a misura della viola e compensa l’avvio infelice; si conferma come primo cannoniere del club durante tutta la sua permanenza.
I tifosi della Fiorentina tornano a sorridere dopo l’addio di Batistuta.
La fine dell’avventura a Firenze è triste sia per lui che per le squadra: Chiesa subisce un grave infortunio che lo tiene lontano dai campi per un anno, durante il quale succede di tutto. La Fiorentina retrocede prima in B e poi in C2 a causa del fallimento societario.
Gli ultimi anni al Siena sono umili ma comunque di alto profilo per un giocatore con le sue potenzialità. Per un po’, complici i ritiri di Baggio e Signori, Chiesa risulta essere il miglior realizzatore in attività nella massima serie italiana.
L’esperienza in bianconero è l’ultima in Serie A per Enrico, che conclude la sua carriera con qualche storica vittoria nelle categorie minori.
In nazionale avuto l’onore di giocare per allenatori di grandissimo livello, personaggi del calibro di Trapattoni e Maldini, ma senza dubbio chi lo fece brillare fu Arrigo Sacchi.
Enrico Chiesa ha anche frequentato il corso per allenatori a Coverciano e dopo alcune esperienze con la Primavera della Samp si dice pronto per allenare una prima squadra. Al momento l’occasione non c’è ancora stata, impegnato com’è a godersi la parabola ascendente del suo erede Federico. Ma chissà se un giorno avremo l’onore di veder giocare il figlio contro il padre.
Federica Vitali