13 maggio 1999, siamo al 54′ della finale della Coppa UEFA tra Marsiglia e Parma ed a siglare il terzo sigillo che porta la squadra emiliana al trionfo della Coppa è proprio lui, Enrico Chiesa.
Un gol amazing: l’ottavo in otto gare di Coppa, che gli assicurano il premio come capocannoniere della competizione. Gol arrivato sontuoso su un cross ancora di Fuser da destra (lanciato ancora da Thuram), che Crespo ha fatto passare tra le gambe e Chiesa ha colpito di destro al volo schiantandolo sotto la traversa.
Enrico Chiesa è stato un grandissimo professionista della Serie A, uno di quei pochi giocatori che hai il piacere di vedere giocare anche se non fai il tifo per la squadra in cui gioca: la sua facilità di smarcarsi, di leggere l’azione e con uno scatto trovarsi davanti al portiere e fare gol.
Opportunista e generoso, abile anche nel tirare le punizioni a “giro’.
Quel numero 20 a Parma se lo ricordano ancora, da quando nel 1996 arrivò a Collecchio carico già di esperienza decennale fra Sampdoria, Teramo,Chieti e Cremonese.
Nato a Genova 50 anni fa, Enrico Chiesa si forma nelle giovanili della Sampdoria per poi essere girato in prestito in Serie B a Teramo, Chieti e Modena. Nella stagione 1994-1995 viene prestato alla Cremonese in Serie A e con 14 gol risulta decisivo per la salvezza dei grigiorossi.
Rientra alla Sampdoria per la stagione 1995-1996, durante la quale segna 22 gol in 27 partite affiancando in attacco Roberto Mancini. Nel 1996 quindi arriva a Parma già con un bel bagaglio di esperienza, ed è qui che arriva la consacrazione: si forma una squadra fortissima che nel giro di 3 anni riesce a togliersi diverse soddisfazioni.
Viene convocato in Nazionale maggiore dal 1996 al 2001 ed è inserito nella lista per il Pallone d’Oro.
A Parma, con il suo compagno d’attacco Hernan Crespo, riesce a vincere e stravincere. Il 1999 per lui è un anno d’oro perché col Parma vince Coppa UEFA e Coppa Italia ed entra così a fare parte dei grandi giocatori del calcio.
In città lo adorano e dagli spalti del Tardini il coro “Enrico, Enrico” riecheggia a ogni partita.
Poi però, qualcosa si spezza: dopo alcune incomprensioni con l’allenatore Malesani, Chiesa è deciso ad essere ceduto.
Vuole andare via da Parma, ma dopo il successo della Coppa UEFA tutto cambia, Enrico è deciso a rimanere. L’allenatore però non punta più su di lui ma sulla coppia Amauri-Crespo e per 30 miliardi e con la tristezza nel cuore nel 1999 Enrico Chiesa approda alla Fiorentina.
Arriva per volere di Trapattoni – dal quale lui stesso ha dichiarato ha imparato davvero e tanto – e dopo 22 giornate aveva già segnato 12 gol, 2 in più della strepitosa stagione 95-96 alla Sampdoria. Eguaglierà il proprio record in maglia Viola con 22 reti in 30 giornate.
Nel 2000 Batistuta lascia Firenze ma Chiesa non fa rimpiangere l’attaccante argentino diventando miglior realizzatore della Fiorentina nelle precedenti nove stagioni.
Nel 2001 vince un’altra Coppa Italia, questa volta con la maglia viola, la squadra avversaria proprio il suo Parma. La stagione successiva inizia molto male perché a settembre del 2001 si infortuna al ginocchio e starà quasi un anno in riabilitazione. Vicissitudini finanziare fecero retrocedere la Fiorentina in Serie B e poi – per fallimento – in C2.
Chiesa si svincola e arriva alla Lazio dove, reduce dall’infortunio, inizia in sordina ma nella capitale non riesce a ripetere la prestazione degli anni passati a Parma e Firenze. Nel 2003 viene ceduto al Siena dove si ferma 5 anni e per almeno le prime 3 stagioni smentirà le voci di chi lo dava per oramai un giocatore finito.
Chiesa al Siena segna 33 reti in 134 presenze; qui ritrova continuità, lo spirito, l’estro che lo caratterizzavano e la fiducia.
Con il mister Di Canio, i compagni Locatelli e Bogdani si instaura subito una bella intesa: a 35 anni Chiesa scatta e fa a raffica come se ne avesse 25.
Nel 2008 lascia Siena per andare a giocare nel Figline in C2, segna solo 5 goal ma la squadra riesce a raggiungere la storica promozione in C1. Nel 2009 però subisce un brutto infortunio che lo porterà a lasciare il calcio giocato nel 2010. Nel 2010 frequenta a Coverciano il corso per allenatore e nella stagione 2012-2013 diventa allenatore degli Allievi Nazionali “B” della Sampdoria.
A fine stagione viene “promosso” e nominato nuovo allenatore della Primavera blucerchiata. Chiesa diverrà – dopo i ritiri di Baggio e Signori – il maggior realizzatore in attività in Serie A segnando 139 reti in carriera, più di Pruzzo o Vialli.
Enrico Chiesa è stato un giocatore esemplare, forza, caparbietà e umiltà nel rimettersi in gioco e ripartire da zero per dimostrare il suo valore.
Ilaria Iannì