Ennesima morte sul campo, il calcio saluta David

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Tragedia in Malesia. Durante la partita amichevole tra T-Team e il Kelantan, dopo appena tre minuti di gioco, il difensore nigeriano David Faramola Oniya si è sentito male ed è morto mezz’ora dopo l’arrivo in ospedale. La partita è stata sospesa circa 60 minuti dopo la notizia del decesso.

David, 30 anni, era arrivato in Malesia dopo esperienze in Uzbekistan e Azerbaigian. Era il capitano del T-Team e ha perso la vita in seguito a un attacco di cuore generando non poche polemiche. Secondo quanto riferiscono i media locali e la stessa società del calciatore non sarebbe stato soccorso rapidamente “Ha subito un attacco di cuore, ma avrebbe potuto essere una storia diversa se l’autista dell’ambulanza fosse stato subito allertato“, è quanto ha detto il manager della squadra al New Straits Times. “L’autista era in tribuna a guardare la partita quando Oniya è crollato all’improvviso, il nostro difensore è rimasto privo di ossigeno per alcuni minuti” ha aggiunto. 

Un altro malore in campo, un’altra vita di un calciatore stroncata, l’ennesima, la lista di tragedie in campo è, purtroppo, lunga. Lo scorso maggio, in Argentina, il difensore Cristian Gomez è stato stroncato a 27 anni da un infarto durante la sfida di seconda divisione tra Boca Unidos e Atletico Paranà (dieci giorni prima, sempre in Argentina, un incidente in campo costò la vita al 24enne Emanuel Ortega). Ad aprile un episodio simile interessò Gregory Mertens, difensore belga del Lokeren: anch’egli ha perso la vita colpito da un infarto durante una partita amichevole con il Genk.  Nel 2012 l’Italia fu scossa dal dramma di Morosini; prima ancora, in Spagna ci fu il decesso di Antonio Puerta, giocatore del Siviglia, che fu vittima di ripetuti arresti cardiocircolatori durante la partita di Liga contro il Getafe. Il camerunense Marc Vivien Foé perse la vita nel 2003, durante la semifinale di Confederations Cup contro la Colombia. Nell’ottobre del 2004 il cuore tradì Paulo Sergio Oliveira da SilvaSerginho’ durante una partita contro il San Paolo. E andando a ritroso troviamo moltissimi, troppi, casi analoghi.

Per quanto si cerchino i colpevoli, per quanto ci si possa indignare, per quanto possiamo crearne “un caso”, David, come Cristian, Pier Mario, Gregory, Antonio, Serginho e tutti gli altri, numerosi, hanno perso la vita per quello che era la loro vita e non smetteranno mai di dare calci ad un pallone.

Caterina Autiero