“Non ho intenzione di guardare i film dell’orrore”.
Così Diego Armando Maradona a chi gli chiede cosa ne pensa dell’ultima prestazione della sua Argentina contro il Venezuela, a Madrid.
Ma quella Nazionale, quella Albiceleste non ha più nulla di quella del Pibe De Oro. Spenta, confusa, irriconoscibile ancora di più con il ritorno di Messi che doveva essere festoso e invece è stato un incubo.
“Io mi sento molto argentino, ma mi sento con il resto della nidiata di giocatori e tecnici – Ruggeri, Batista, Giusti, Pumpido, Caniggia – e non credo la pensino diversamente da me. Questa squadra non merita la maglia che indossa“.
Parole pesanti rivolte alla Federazione e ai suoi membri, “persone inette che ancora governano la Nazionale” senza avere, secondo il diez, assolutamente idea di quello che facciano. La rabbia e la delusione sgorgano quasi con violenza dalle parole di Maradona, dispiaciuto solo per i giocatori, costretti loro malgrado a metterci la faccia pur non essendo responsabili.
Le accuse di Diego Armando Maradona verso l’Afa non sono isolate: ricorderemo Gustavo Dybala, fratello procuratore di Paulo, in un tweet al veleno – poi cancellato – in cui accusava apertamente la mala fede della Federazione Argentina.