Non è un periodo facile quello che sta vivendo Emre Can.
Il centrocampista bianconero, considerato uno dei giovani talenti del calcio continentale, dopo aver lasciato il Liverpool e essere approdato nel capoluogo sabaudo, ha dovuto affrontare una serie di difficoltà.
Prima l’ambientamento poi la scoperta di un nodulo tiroideo e il conseguente intervento chirurgico che lo ha tenuto a lungo lontano dai campi e lo ha indotto a doversi conquistare il posto (partendo ‘in ritardo’ rispetto ai compagni).
Scavalcato nelle gerarchie, anche con la nuova guida tecnica, è stato, infine, escluso dalla lista Champions bianconera.
Una fase nella carriera del tedesco non proprio idilliaca… Sono, infatti, lontani i tempi in cui Klopp non riusciva a fare a meno di lui…!
Così, mentre i compagni di squadra sono volati a Madrid per affrontare i Colchoneros, lui, che è il grande escluso dalla lista, dopo aver concluso l’allenamento da solo, ha deciso di tornare all’origine, lì dove ha imparato a sacrificarsi e a non arrendersi.
E’ così volato nella sua Francoforte e si è recato alla Geschwister-Scholl-Schule, la scuola elementare che frequentava da bambino.
“Anche io ho studiato qua, non ero bravissimo ma mi impegnavo, come bisogna sempre fare nel calcio e nella vita – ha detto al nutrito gruppo di piccoli studenti-tifosi, sorpresi dalla visita- chi ha un obiettivo può sempre ottenerlo, basta che faccia dei sacrifici”.
Oltre a infondere positività e coraggio alle nuove generazioni attraverso le sue parole, il centrocampista bianconero ha donato 10 mila euro per aiutare le vittime del bullismo.
Un gesto di certo da apprezzare, un gesto concreto verso un tema delicato che coinvolge sempre più le nuove generazioni e le classi scolastiche.
Così, mentre la Juve volava a Madrid contro l’Atletico, Emre volava in Germania contro il bullismo, dimostrando che si può essere campioni anche fuori dal campo…