Emil Forsberg, l’assist man svedese che quando segna è decisivo

Definito anti-Zlatan a causa della sua riservatezza. Sposato con una calciatrice. Figlio d'arte. Forsberg è famoso per i suoi assist e gol decisivi

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fonte immagine: profilo twitter uff del calciatore

Quando nel mondo del calcio si parla di Svezia, immediatamente e inevitabilmente la mente pensa a Zlatan Ibrahimovic.

Solo negli ultimi tempi – e soprattutto gli italiani che lo vedono militare in serie A- in merito alla nazionale svedese, si inizia a pensare a Dejan Kulusevski.

Ma, a EURO 2020, lo svedese che per caratteristiche tecniche, è il migliore della formazione scandinava è Emil Forsberg.

forsberg svezia
fonte immagine: profilo twitter uff del calciatore

Il classe ’91, già nel Mondiale del 2018, si era guadagnato le copertine con la rete dell’ 1-0 contro la Svizzera che consentì agli svedesi di accedere ai quarti di finale. 

Ma la sua dote migliore non è la finalizzazione.

Emil Forsberg è prima di tutto un assist-man come testimoniano i 22 assist serviti alla sua prima stagione in Bundesliga.

Già perchè, dopo essere cresciuto nel GIF Sundsvall, società di seconda divisione – con il quale alla fine del 2011 conquista la promozione in prima divisione- e aver militato per due stagioni nel Malmö, nel 2015, durante il mercato invernale, vola in Germania, acquistato dal Lipsia.

Grazie alle sue prestazioni, la squadra tedesca che militava in seconda divisone, ottiene la promozione in Bundesliga e viene nominato miglior centrocampista del campionato.

Nella stagione 2016-2017, la prima nella massima divisione tedesca, grazie ai 22 assist succitati, risultaterà il migliore assist-man della competizione e tra i primi cinque in Europa.

Oltre ai passaggi perfetti per i compagni, Forsberg è abile nel dribbling dotato anche di un buon tiro dalla distanza ed è un discreto tiratore di calci di punizione.

Questa stagione calcistica è per lui quella della grande consacrazione, dopo che la scorsa è stata caratterizzata da un infortunio all’inguine lo ha costretto a restare fuori dal campo per buona parte dell’anno.

Guarito del tutto è tornato a giocare con regolarità con ottimi risultati e ancora una volta gol decisivi: basti pensare alla doppietta segnata nei minuti finali del pareggio per 2-2 con il Benfica che ha permesso al Lipsia di approdare per la prima volta agli ottavi di finale di Champions League. 

EURO 2020 potrebbe davvero essere per lui la “ciliegina sulla torta”, là dove risulta essere il miglior creatore di gioco possibile all’interno del sistema di gioco della Svezia, che senza di lui, faticherebbe a portare il pallone nei pressi della porta avversaria.

La sua pecca principale è l’essere debole di fisico. Tant’è che da bambino ha praticato hockey sul ghiaccio perchè dicevano che era “troppo piccolo per giocare a calcio”.

Però il piccolo Emil voleva seguire le orme di nonno Lennart “Foppa” Forsberg (veloce ala sinistra) e di papà Leif “Little-Foppa” (attaccante da 150 gol in 400 partite). 

In patria, a causa di un carattere taciturno e introverso, è definito l’anti-Zlatan: nelle interviste dice sempre le stesse cose e in generale parla poco. In sostanza, la timidezza con la quale ricopre il ruolo di leader tecnico e è decisamente agli antipodi dell’Ibra style che ha, in passato trainato gli scandinavi e che in passato ha indossato la numero 10, quella che oggi è proprio sulle spalle di Forsberg .

«È timido e umile ed è per questo che non c’è mai una grande comunicazione attorno a lui. È senza dubbio il giocatore più noioso da intervistare», parole del padre Leif.

Per lui il calcio significa famiglia. Non solo il padre e il nonno ma il centrocampista svedese condivide il mondo del pallone con la moglie. Emil, infatti, è sposato con una calciatrice professionista (nei paesi del Nord Europa l’attenzione che viene data al calcio femminile è elevatissima e, in Svezia e Norvegia, il professionismo è presente anche da più di 10 anni e le rispettive federazioni investono parecchi soldi su questo sport).

Lei, Shanga Hussain, la donna che ha sposato 10 giorni dopo l’eliminazione dall’Europeo del 2016, è  “la sua più severa critica”:

«Quando torno da una partita ed è molto silenziosa capisco che non ho giocato bene.
È una cosa bella avere accanto qualcuno che capisce di calcio».

Wags Mondiali – Quando il calcio è una questione di famiglia: Shanga Hussain Forsberg, una wag calciatrice

Chissà cosa ne pensa oggi del marito, diventato con caparbietà, leader di una nazionale e pronto a trainarla e a brillare (rigorosamente con discrezione) in questo torneo continentale.