Gianluca Mancini è arrivato a Roma la scorsa estate con il compito di infoltire il reparto difensivo, orfano di Kostas Manolas e Ivan Marcano.
Il giovane centrale proveniva da un’ ottima stagione a Bergamo e da un buonissimo Europeo Under 21 ed è sembrato subito il prospetto migliore su cui puntare in casa giallorossa.
Considerata la diversità tra il calcio proposto da Gasperini e quello di Fonseca era chiaro a tutti che Mancini dovesse affrontare una sfida nel nome di un cambiamento, ma probabilmente non immaginava quello che poi si è verificato.
La penuria di centrocampisti dovuta ai numerosissimi infortuni che hanno colpito la Roma ha indotto il mister portoghese a adattare Mancini da difensore a centrocampista. Un’intuizione che ha riportato il giovane indietro nel tempo, agli albori del suo cammino, quando per l’appunto giocava a centrocampo.
Gianluca Mancini cresce calcisticamente nella Fiorentina: stagione dopo stagione, il ragazzo si sposta dalla mediana a difensore centrale. Dalla Viola passa poi a Perugia, squadra della città natale del suo idolo assoluto, Marco Materazzi, cui ha dedicato persino un tatuaggio, il numero 23.
Il campione del Mondo, venuto a conoscenza della cosa quando il ragazzo giocava a Perugia, gli ha fatto recapitare una sua maglia con dedica.
Il terreno della Serie B non è semplice: sarà mister Bisoli a credere fortemente in lui concedendogli il tempo necessario per emergere gradualmente. Fino a mettersi in mostra attirando la Dea Atalanta, che lo acquista lasciandolo in Umbria fino a fine stagione.
Gianluca Mancini può riuscire benissimo sia in difesa, sia a centrocampo: è un giocatore fisico ma dotato di una buonissima tecnica, abile a coprire ma propenso agli inserimenti.
Una discreta attitudine al gol – che non guasta mai: cinque i gol segnati nella stagione nerazzurra a Bergamo. Tanta grinta e tanta voglia di migliorare che in un giovane di 23 anni non guastano mai: anzi, sono sinonimo di grande ambizione.
Tornando al mister giallorosso, quello che Fonseca oggi richiede al numero 23 è di supporto alla linea di mezzo: il difensore si alza a rafforzare il centrocampo e, bravo nell’impostazione, risulta assai propositivo in fase di costruzione di gioco. Una sorta di regia che permette alla squadra di restare alta e di coprire nel contempo la linea difensiva.
Una novità, insomma, ma non troppo.
Un ritorno al passato che magari è temporaneo ma chissà: Mancini sta facendo cosi bene che probabilmente, anche a rosa completa, Fonseca non vorrà più fare a meno di lui. Del resto il cambiamento, anche se già nelle corde del giocatore, è tutto merito suo.
E quasi quasi questo Mancini piace più di quello di prima.