Elif Elmas, il predestinato macedone del Napoli

Elif Elmas, sta diventando un uomo jolly del Napoli. Sempre più predestinato, il giovane macedone è un diamante pronto a brillare

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Fonte immagine: profilo ufficiale twitter @SerieA https://twitter.com/SerieA/status/1472667799533367306/photo/1

Chi è un predestinato?
Un predestinato è, secondo le principali enciclopedie, colui che nasce (per sua fortuna aggiungerei) con uno specifico talento, destinato a grandi successi. 

Ormai siamo quasi abituati alla presenza di questi giovani talentuosissimi: dalla formula uno dove troneggia il giovanissimo Charles Leclerc, ma anche, e soprattutto nel calcio. 

C’è un giocatore, che pian piano, senza destabilizzare troppo la tifoseria partenopea, si sta mostrando essenziale in molte giocate del Napoli. 

Stiamo parlando di Elif Elmas, classe 1999 che con il suo destro sopraffino ha sigillato il definitivo 3-1 dei partenopei contro l’Atalanta. 

In maglia azzurra dal 24 luglio 2019, primo acquisto della seconda stagione di Ancelotti, inizialmente Elmas non si era dimostrato quel giocatore che la maggior parte della tifoseria si aspettava. Eppure, il giovane macedone non ha mai smesso di insistere, facendosi trovare sempre sull’attenti al momento delle sostituzioni.  

Nonostante sia stato una pedina fondamentale, durante l’era Gattuso non ha trovato mai modo di brillare, spesso schierato in ruoli decisamente non consoni alla sua visione del gioco. 

È con l’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli, che Elmas sembra aver ritrovato quel piglio giusto capace di fargli essere decisivo e pratico durante le partite.  

Il suo gol più celebre è stato indubbiamente il velocissimo goal segnato ad appena 13 secondi nella partita europea contro lo Spartak Mosca: il più veloce delle squadre italiane in Europa e il terzo più veloce in Europa.  

“Lui è un trequartista, un sotto-punta, un giocatore da zona calda dove viene fuori la qualità, è uno che sa adattarsi in più situazioni. È uno che deve giocare fra le linee, […] Il futuro è con lui”.  

Ammirazione pura quella che riscuote dal suo allenatore, che partita dopo partita, lo ha rigenerato, riportandolo a quel giocatore che prima di arrivare al Napoli, era stato notato da Atletico Madrid, Inter e Milan. 

Grandi nomi, per lui, che da predestinato ha iniziato presto a calcare il campo da calcio.

Dopo un promettente inizio con Rabotnički, dove esordisce ad appena 17 anni, la sua storia calcistica è fondamentalmente legata al Fenerbahce, squadra turca dove si fa notare soprattutto grazie al goal durante il derby contro il Galatasaray. 

Elmas sembra essere uno di quei giocatori che non hanno paura di rischiare la giocata vincente, con la stoffa giusta di chi non si fa intimidire davanti a nessun avversario. Insomma il giocatore con la mentalità giusta da Napoli. 

Che sia stato istruito da Goran Pandev? 

Già, perché come Elmas stesso, ha confessato Pandev, giocatore del Napoli dal 2011 al 2014, è stato il suo idolo fin da bambino, con cui poi ha condiviso la parentesi nazionale. 

Nato a Skopje, capitale della Macedonia del Nord, nonostante le origini turche risalenti all’Impero ottomano, ha scelto di indossare i colori rosso e gialli nazionali per giocare con Pandev, e chissà se proprio lui non gli abbia spiegato la storia del Napoli. 

Se con il Napoli sia un jolly, con la Macedonia sembra diventato il suo uomo-simbolo.

Dopo l’esordio nel 2017, diventa sempre più fondamentale durante le qualificazioni a Qatar 2022, dove mette a segno il goal vittoria contro la Germania.

Grande assente nel match Italia-Macedonia, è stato però titolare nella partita decisiva Portogallo-Macedonia, persa per 2-0. 

Un’occasione che però, vista anche la giovanissima età, potrebbe portare a termine nel prossimo mondiale, o anche ad Euro 2024, riuscendo a far qualificare per la sua seconda volta nella sua storia la sua nazionale. 

Curiosità? 

Una piccola che è nascosta nel suo cognome. Elmas infatti in lingua turca significa diamante.

Insomma, diamante di nome e di fatto.

Oltre ai diamanti, però di lui si sa che è molto legato alla sua famiglia che lo ha seguito a Napoli, e in particolare il padre, uomo-chiave durante le sue trattative con la dirigenza azzurra. 

Talento e qualità sono dalla sua parte e su questo non avrà problemi e la sua giovane età, appena 22 anni sembrano essere una garanzia per scommettere sul futuro di questo giovane predestinato, legato almeno fino al 2026 al Napoli. 

 

Rosaria Picale