El Numero Nueve- Gabriel Omar Batistuta.
Docufilm del 2019 diretto da Paolo Benedetti ripercorre la vita del Re Leone.
Un racconto intimo narrato dallo stesso Gabriel che ripercorre la sua vita calcistica ma anche al di fuori del campo.
Con Firenze sullo sfondo l’ex centravanti ricorda i suoi anni passati nella Viola, maglia che ha indossato per nove stagioni e con cui ha vinto nel 1996 una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
“Siamo qui la gente ci vuole bene, questo è il premio più grande. È bello innamorarti di una città difendere i suoi colori in una squadra che non ha molte chance e giocarsela. Ti ricordi che ci chiamavano da tutte le parti? Ma siamo rimasti qui lottando”
Ricorda quasi commosso parlando con l’amata moglie Irina.
Con Stefano Fiorini, ex preparatore atletico della Fiorentina, riattraversare i momenti dell’arrivo del nueve a Firenze, la volontà e la forza di lavorare per diventare il migliore:
“Ti ricordi quando mi hai detto che volevi diventare il centravanti migliore del mondo?”
“C’erano aspettative su di me. L’unica forza che avevo era la volontà di superarmi, di non fallire”.
Poi i brividi, l’ansia, la gioia e il batticuore nel rivivere il suo stadio, il Franchi.
Ricorda anche con amarezza il “tradimento” (Edmundo che parte per il carnevale di Rio senza essere fermato da nessun dirigente), evento che porta a un sofferto addio tra Batistuta e la Fiorentina.
Accompagnato dalla moglie Irina Batigol arriva a Roma, dopo un viaggio inquieto e pensieroso come quando tanti anni fa salutò la sua Firenze.
Con i giallorossi tre stagioni una Supercoppa italiana e lo scudetto 2000-2001.
Le lacrime nel ricordare lo scudetto:
: “Abbiamo festeggiato. Al Circo Massimo siamo andati in moto, io e Marco Del Vecchio, perché io non volevo essere sul palco, volevo essere tra i tifosi, non ci ha riconosciuto nessuno”.
Una parentesi all’Inter di 6 mesi:
“Moratti mi voleva, mi stimava…ma non dovevo andare, perché non stavo benissimo e secondo, terzo allenamento mi sono rotto…lì ho smesso ma mi dispiace volevo far bene”.
Nel documentario appaiono anche alcuni ex compagni, avversari e amici come Javier Zanetti, Francesco Toldo e Giancarlo Antognoni, l’osservatore Jorge Griffa che ha il merito di averlo scoperto, oltre, come già detto alla moglie Irina, compagna di viaggio, tutta la famiglia, i figli e le sorelle, medici ed ex staff delle squadre.
Torniamo poi in Argentina prima a Reconquista, dove la famiglia Batistuta vive:
“Qui mi trattano come uno dei tanti, posso vivere nella normalità”.
Innamorato della sua Irina e dei suoi figli. “Ho la famiglia che voglio adesso, spero che i miei figli diventino persone migliori di ciò che sono adesso”. Un papà esigente che ha provato a far vivere i figli nella normalità.
Calcio che gli ha dato tanto ma tolto tanto.
Un dolore alle caviglie con il quale condivide da tanto così insopportabile tanto da spingerlo a chiedere al proprio medico l’amputazione di entrambe le gambe.
Un documentario che ci porta nella vita del campione Batigol.
Tramite il suo sguardo, i suoi sentimenti e le sue sensazioni riviviamo la sua vita e ci avviciniamo alla parte più umana e sensibile del campione argentino.
Nel 2020 è stato candidato ai Nastri d’argento 2020, nella sezione documentari Cinema del Reale.
Il Film è disponibile su Amazon Prime Video.
VOTO ⚽⚽⚽⚽/5
Michela Asti