Dopo 127 giorni di duro lavoro, in tempi record, il Cagliari, ieri pomeriggio ha tolto il velo sulla sua nuova casa, la Sardegna Arena.
Un impianto di 16.200 posti costruito nel parcheggio del vecchio Sant’Elia. La Sardegna Arena ha già un museo: novantasette anni di storia raccontata con immagini, video e cimeli.
Dall’inno della Brigata Sassari alle frasi di Antonio Ghirelli e Gianni Brera; i volti di Riva e Zola, Cera e Muzzi, Suazo e Firicano, Nainggolan e Matri; le bandiere cucite dai tifosi; una gigantografia di Riva, il “più grande di tutti”; le maglie del grande portiere Reginato e quella della Coppa Uefa. Il museo sarà inaugurato il 20 settembre e aperto 6 giorni su 7.
Il nuovo impianto di gioco non manca di salette lounge in tribuna, panchine all’inglese e spogliatoi con sala relax. L’ingresso dello spogliatoio ospiti riporta curiosamente la scritta “Tutta colpa della civetta“. Insomma, un quadro avvincente. Persino una cucina per il terzo tempo tra squadre.
“Ringrazio tutti, dall’impresa ai media, dal club ai funzionari di comune di Cagliari e Regione, forze dell’ordine e autorità, tifosi e cittadini. Senza una sinergia e una collaborazione fruttuosa, un’opera del genere sarebbe stata impossibile da costruire” dice Stefano Signorelli, nel cda del Cagliari con la delega per l’impiantistica. “Sarà il nostro fortino, non avremo il dodicesimo ma il tredicesimo in campo” le parole di Massimo Rastelli in conferenza stampa venerdì pomeriggio.
Il gol di Sau, alla prima nel nuovo stadio, contro il Crotone ha dato il via ufficiale al campionato che i rossoblu giocheranno tra le mura amiche ma prima della gara c’è da registrare un episodio spiacevole avvenuto in curva nord. Un gruppo di tifosi – con al seguito dei bambini – è stato spintonato. A pagare il prezzo più alto è stata una ragazza sedicenne finita all’Ospedale Marino. Fortunatamente sembra che la giovane sarà dimessa a breve sperando che il nuovo impianto possa registrare emozioni festose e non attimi di tensione.
Daniela Belmonte