Lui è Benjamin Pavard, maglia blu, numero 2. Terzino destro dello Stoccarda, prima convocazione in Nazionale maggiore lo scorso novembre, alla sua nona presenza con la casacca transalpina. Un prefetto – quasi – sconosciuto che ieri si è presentato al mondo, in una calda giornata estiva in Russia, segnando una rete dalla bellezza mozzafiato: un gesto tecnico degno di un fuoriclasse di razza, e quell’espressione stupita e commossa di chi non sa bene cosa abbia fatto e, soprattutto, come manifestare la sua gioia.
Così di esterno che più di esterno non si può #pavard #FranciaArgentina pic.twitter.com/8HMStHKkN4
— Massimiliano B. (@Starless79) June 30, 2018
“Non sapevo come esultare”, confessa, nel turbine delle emozioni di una partita staordinaria per lui e per la sua Francia. Lui, antidivo in questa Nazionale piena zeppa di talenti con gli occhi di tutti puntati addosso e con davanti a sé avversari del calibro di Leo Messi, è arrivato dalle retrovie scaricando il suo destro di controbalzo direttamente in rete, prendendosi la scena con forza e proclamandosi Eroe per un giorno.
Come Lilian Thuram, esattamente venti anni fa, esattamente nello stesso suo ruolo.
1998 – Benjamin Pavard 🇫🇷 è il 1° difensore francese a segnare al Mondiale dal gol di Lilian Thuram nel 1998 (contro la Croazia). Erede. #FranciaArgentina #WorldCup
— OptaPaolo (@OptaPaolo) June 30, 2018
Ventidue anni, viso da ragazzino e una testa piena di riccioli ma senza ribellione: un giovane tranquillo, proveniente dal Lille e approdato nella seconda categoria in Bundesliga con lo Stoccarda dove con pazienza – e con le sue doti, prima tra tutta l’affidabilità – si conquista il posto da titolare inamovibile. Solo una manciata di amichevoli con il gruppo di Deschamps: niente che gli potesse far pensare al Mondiale. Ma Didier, che parla poco ma che ha l’occhio lungo, vede subito la classe di questo terzino, e non se lo lascia sfuggire: lo convoca con un messaggio di testo, che lui però non legge perchè si trova a un corso di tedesco e ha il cellulare spento. All’ uscita dalla lezione, il delirio. Tutti che lo chiamano, lo cercano: Benji Pavard, vai in Russia.
E lì, complice l’infortunio del suo connazionale Sidibé, si prende il posto, si carica la difesa – perchè lui agisce sulla fascia, ma funziona anche da centrale – fino a arrivare con le sue lunghissime gambe all’area di rigore albiceleste, coordinandosi e imbucando la porta.
La palla nel sette sotto gli occhi increduli di Antoine Griezmann, la corsa verso la panchina, l’abbraccio corale. Anche le lacrime, ammetterà dopo. Benjamin Pavard da oggi è uscito dalle retrovie: siamo sicuri che sentiremo parlare ancora, e a lungo, di lui.
Daniela Russo
(immagini Getty)
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