Douglas Costa, “sindrome” sudamericana?

In questa stagione Douglas Costa è lontano dall'essere quello dell'anno scorso...

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L’attaccante brasiliano Douglas Costa non ha certo avuto un inizio di stagione brillante.
Dal ruolo di uomo chiave, “risolvi partite” dell’anno scorso, Douglas – prestazione con il Chievo a parte –  pare non si senta più  a suo agio con la maglia della Juventus.

Costa immagine Getty

Dal debutto, iniziato con uno sputo ad un avversario poi sanzionato con una squalifica, agli stop per infortunio, fino al terribile incidente stradale sulla Torino-Milano: uscito miracolosamente illeso ma con l’altra persona coinvolta e  ricoverata all’ospedale in  codice giallo.

Il tutto concluso  con la  partecipazione nella sera stessa alla festa di compleanno del connazionale Neymar.

Comportamento che non è piaciuto alla società, la quale chiede ai giocatori maggiore prudenza evitando ostentazioni su social di un certo ‘tempo libero’.
Il giocatore si difende dicendo che Massimiliano Allegri aveva concesso una giornata di libertà, da trascorrere senza necessariamente  rendere conto di quanto fatto.

Festa Neymar immagine Gazzetta

Parole che sicuramente non saranno state  gradite al club,  notoriamente piuttosto severo e abituato a  pretendere dai suoi giocatori un comportamento esemplare e decoroso anche fuori dal campo. La Juve impone regole che vengono  sottoscritte dagli interessati nei contratti.

I giocatori sudamericani, negli anni,  hanno dimostrato una sorta di allergia alle regole e agli accordi scritti, a parte rare eccezioni. I ragazzi provenienti dal Brasile sembrano soffrire e a non adattarsi totalmente a certe zone – soprattutto nordiche – dell’Europa:  l’inverno lungo, le temperature basse e l’assenza di sole e luce continuativi in certi mesi dell’anno provocano in loro un sentimento misto tra inadeguatezza e malinconia.
Quest’anno Douglas Costa è ben lungi dall’essere l’atleta dell’anno scorso, autore di autentiche prodezze: oggi in campo è svogliato e insofferente, per Allegri sta diventando un problema e per i compagni un’assenza che comincia a farsi sentire.

E anche l’incidente stradale non depone a suo favore.

A riguardo della festa la questione diventa complessa e la Juventus dovrebbe essere maggiormente chiara su come i giocatori dovrebbero gestire i rapporti con colleghi di squadre rivali.
Il ragazzo di per sè pare quasi non  comprendere che forse non era il caso di partecipare ad una festa così sontuosa, considerato anche l’incidente appena accaduto; non comprendere  perché  una società come la Juve non consideri opportuno comparire sui social a quel genere di evento. Ci chiediamo perché Douglas faccia così:  il giocatore non si sente piu’ importante dall’arrivo di CR7 e magari vuole essere ceduto?

Immagine Getty

Stessa situazione aveva vissuto  il collega Alex Sandro, anche lui autore di una stagione fantastica al suo debutto in bianconero: una reazione che pare colpire i giocatori del Sud America in generale, con l’aggravante della gioventù, delle possibilità economiche stratosferiche e della lontananza dalla famiglia, fattori che acutizzano i conflitti e  le istintive ribellioni  tipiche dell’età.

Detto ciò, ci auguriamo che Douglas ritrovi la via maestra e torni ad essere l’atleta ammirato,  che soprattutto si fermi a Torino:  la Champions è alle porte e per lui si prospettano molte occasioni.

Cinzia Fresia