Era il 2007 quando Maria Dolores Aveiro, la mamma di Cristiano Ronaldo, veniva operata per un cancro al seno. Intervento riuscito e finalmente fuori dal tunnel dell’incertezza sulla propria vita.
In questi giorni si è purtroppo diffusa la notizia che il tumore che aveva colpito Maria Dolores si è ripresentato all’altro seno; altro intervento e sedute di radioterapia per ora non c’è nessuna garanzia che, a differenza della volta precedente, la situazione si sia risolta.
Mentre scrivo di una donna legata allo sport che sta continuando a combattere la malattia leggo di un’altra donna, che lo sport l’ha vissuto in prima persona, che in queste ore si è tolta la vita, lasciando sgomenti chi la conosceva e l’intero mondo dell’atletica del Bel Paese.
Maura Viceconte , maratoneta italiana Bronzo agli Europei nel 1998, con record ancora imbattuto dei 10.000 metri; nata nella piemontese Val Susa, grazie alla sua tempra di agonista era riuscita a non demordere e sconfiggere la malattia.
Ma qualcosa in lei si è rotto per sempre; come disse una volta un chirurgo a volte è più facile togliere il cancro dal corpo che farlo uscire dalla testa.
Nel mondo dello sport sono diverse le atlete che si sono trovate a dover affrontare una battaglia ben più insidiosa di quella su un campo.
Nel 2006 Sara Anzanello, pallavolista azzurra, è tornata in campo dopo tre anni di assenza per aver contratto una gravissima forma di epatite che ha reso necessario un trapianto di fegato; un’altra pallavolista azzurra, Eleonora Lo Bianco, al ritorno dai Mondiali del 2010 scopre un cancro al seno: due mesi dopo l’operazione scende di nuovo in campo e tra l’altro vince lo scudetto.
Nel mondo del calcio femminile aveva destato molta commozione la storia di Lauren Holiday, giocatrice americana, due volte campionessa olimpica, che all’ottavo mese di gravidanza scopre un tumore al cervello; rinuncerà a curarsi sino a parto avvenuto.
La nuotatrice olandese Inge Dekker non ha rinunciato alle Olimpiadi di Rio del 2016 nonostante pochi mesi prima dell’inizio le sia stato diagnosticato un cancro: ha continuato a fare le terapie necessarie per contrastarlo senza smettere di allenarsi.
In tempi meno recenti la prima signora del tennis italiano, Lea Pericoli, ha sconfitto due volte il tumore e nel 1973, pochi mesi dopo la vittoria sulla malattia, si è laureata campionessa italiana.
Non ha mai smesso di mostrarsi in pubblico estremamente curata come sempre la giornalista Paola Ferrari, durante la sua battaglia contro un carcinoma al viso; un modo per dire a se stessa, prima che agli altri, di voler andare avanti nonostante tutto, senza arrendersi.
Anche se come ha detto in una recente intervista la cicatrice più difficile da rimarginare non è tanto quella che solca la sua guancia: “E’ quella dell’anima”.
E l’epilogo della storia della Viceconte ci ricorda che spesso, per quanto forti si possa essere, non si riesce a scendere a patti con le scalfiture dell’intimo .
Silvia Sanmory