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DNA non mente, Drogba jr promette bene

Isaac Drogba, attaccante classe 2000 della Folgore Caratese, figlio di Didier Drogba ha realizzato il suo primo gol in Italia

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fonte immagine: profilo instagram del calciatore

Di cognome fa Drogba, di professione è calciatore ed ha un innato fiuto per il gol.

Non stiamo parlando del celebre Didier bensì del figlio Isaac.

Il classe 2000, ha cominciato la carriera vestendo, come il leggendario padre, la maglia dei Blues.

È rimasto a Londra fino a inizio 2018 per poi approdare in Francia, nell’Under 19 del Guingamp.

Con il club bretone è stato promosso alla squadra B salvo poi decidere di scegliere l’Italia per crescere calcisticamente.

“In Italia si dà molta più attenzione alla tattica e volevo provare questa avventura dopo aver fatto i conti con il gioco più fisico che ho provato in Francia.
Voglio mettermi alla prova con difese diverse da quelle che ho affrontato finora…”
aveva dichiarato alla Gazzetta dello sport per spiegare la scelta di firmare con la US Folgore Caratese, club lombardo che milita in Serie D.

Parigino di nascita, Drogba jr si è trasferito in Brianza lo scorso febbraio e ha già conquistato i titoli dei giornali per una reate realizzata da vero bomber che ha regalato la vittoria nel delicato match in chiave playoff contro la Caronnese della scorsa domenica.

Gettato nella mischia nel finale di gara, ha sfruttato i pochi minuti a disposizione e ha freddato il portiere avversario.

Viene principalmente impiegato come punta centrale, proprio come il padre, ma in passato ha ricoperto anche il ruolo di ala offensiva su entrambe le fasce e da numero 10, con la libertà di muoversi dietro la prima punta.

Nonostante la passione per il calcio sia sbocciata grazie al padre, suo idolo, Isaac non vuole essere paragonato a lui.

“Sono anche io un attaccante che vede molto bene la porta e ama fare gol, ma lui era molto più fisico, il re dell’area. Io spazio di più e ricorro maggiormente alle mie capacità tecniche…Si possono fare paragoni tra calciatori simili, ma io non sono una sua copia. Ho caratteristiche che mi portano a giocare in modo molto diverso da lui e questo mi fa sentire meno pressione sulle spalle”.

Non mancano, però, i consigli du papà affinche il suo erede possa un giorno entrare nel firmamento calcistico.

“Lui mi ha sempre dato consigli preziosi, sin da quando ero piccolo. E lo fa ancora adesso, suggerendomi su cosa concentrarmi o su cosa impegnarmi maggiormente….”

Intanto il giovane Isaac è concentrato in una costruttiva gavetta e vuole contribuire a portare la squadra di mister Emilio Longo in Serie C.

Per diventare campione c’è tempo ma, il DNA non mente!

 

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