Dopo 19 anni nella sua amata Juventus, le esperienze internazionali prima in Australia e poi in India, ora Alessandro Del Piero sembra essere pronto a iniziare una nuova e stimolante avventura per la sua ricchissima e vincente carriera. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, l’ex capitano bianconero ha dichiarato che ha in mentre per il futuro una carriera da allenatore: “Tre anni fa avrei detto di no alla possibilità di fare l’allenatore, senza dubbi. Ora ci ragiono. Lo sto analizzando. E’ un lavoro complesso, molto affascinante, che consente di vivere il calcio con una visione. Sia chiaro, non mi sono iscritto a nessun corso. Io ho lavorato, più a lungo, con tre grandi: Capello, Ancelotti, Lippi. Con Marcello abbiamo vinto tutto, insieme. Un rapporto speciale. E mi sono convinto, vivendo con loro, che le doti essenziali siano una grande intelligenza, umiltà e una infinita pazienza”. Nella lunga intervista, però, Pinturicchio affronta tanti altri temi, ripercorrendo con la mente anche la sua ultima partita con la maglia della Juve: “E’ stato devastante, si sono intrecciate emozioni fortissime. Era stato un anno difficilissimo per me, avevo giocato poche partite ma segnato goal decisivi e quando uscii dal campo, all’inizio della ripresa, sentii un groppo alla gola. Mi ricordo poco le parole di quel momento. Ma tutto si fermò. I giocatori avversari, l’arbitro, i miei compagni. Il pubblico era tutto in piedi e ci rimase per minuti. Loro ringraziavano me delle emozioni che gli avevo fatto vivere per quasi vent’anni. E io, alzandomi sul sedile e salutandoli, dicevo loro il mio grazie. Fu come un tempo sospeso, un magia vera”. Ma Del Piero ha espresso un giudizio anche su questo sorprendente campionato: “Tutte le squadre alternano risultati. Ce ne sono almeno sei che possono contendersi il campionato. Voglio dirle che sono felice dei risultati di Paulo Sousa. E’ sempre stato un ragazzo molto intelligente, che sa ascoltare”. Le esperienze all’estero, successive all’addio nel nostro campionato di Serie A, sono state molto formative per lui: “Cercavo un posto per giocare che non fosse l’Italia o l’Europa. In Australia mi proposero di aiutarli a cambiare il calcio, che in pochi anni è infatti passato da quinto sport nazionale a secondo o terzo. In Australia menano, corrono, giocano vero calcio. Ma c’era anche una ragione personale, esistenziale. Volevo vivere in un mondo che non conoscevo. Volevo scoprire, imparare. La stessa cosa è stata con l’India”.
E ora, sembra proprio che una nuova avventura stia per iniziare, un nuovo stimolo e una nuova sfida per un giocatore che nella sua carriera ha vinto tutto quello che poteva essere vinto sia con la sua Juventus sia con la maglia dell’Italia. Un amore e una devozione sconfinata quella di Del Piero per la Nazionale italiana con la quale ha vissuto grosse delusioni ma anche la gioia più grande: “La partita da ricordare? Dovrei dire la finale dei Mondiali, per tutto quello che successe dopo i rigori e il fischio finale. Ma come partita, nel senso di calcio giocato, quella più intensa, travolgente, fu la semifinale con la Germania. Quei supplementari, il goal di Grosso e poi il mio, al termine di un’azione collettiva bellissima. Stavamo battendo una squadra fortissima, in casa sua. Io non mi perdono mai nessun errore e quelli della finale di Euro 2000 mi pesarono molto. Alla fine della partita ero a pezzi. Fortuna che sei anni dopo mi sono fatto perdonare. David Trezeguet segnò, in quella finale, il golden goal che assegnò la coppa alla Francia. Sei anni dopo fu lui a sbagliare il rigore decisivo per la vittoria nei mondiali”.
Proprio di Nazionale italiana, in questi ultimi giorni, si sta parlando molto perché il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, sta cercando qualsiasi soluzione possibile per trattenere Antonio Conte alla guida degli Azzurri. L’allenatore, infatti, sembra che stia meditando di tornare ad allenare una squadra di club subito dopo la fine dei prossimi Europei e la FICG, secondo indiscrezioni riportate da La Repubblica, avrebbe incaricato Lele Oriali, team manager della Nazionale, di convincere Conte a proseguire l’avventura in azzurro. La Federazione però avrebbe già iniziato a considerare alcuni possibili successori. I nomi più gettonati sono quelli di Massimiliano Allegri, molto apprezzato in FICG e a un passo dalla Nazionale prima che venisse scelto Conte; Fabio Capello, libero dopo la fine dell’esperienza con la Russia; Alberto Zaccheroni, che ha lasciato il Giappone nel 2014; e Gigi Di Biagio, attuale commissario tecnico della Nazionale Under-21. Sulle pagine del Corriere della Sera, però, il giornalista Mario Sconcerti ha avanzato un’allettante ipotesi su un possibile futuro di Del Piero sulla panchina azzurra: “Parto da una convinzione. Conte lascerà la nazionale, perché non è il ruolo che lo diverte di più e perché l’esperimento comunque a luglio sarà compiuto. Quando Conte chiuse il rapporto con la Juventus non aveva altre destinazioni possibili. Le squadre erano già in ritiro e lui era ancora troppo juventino. Ora è un tecnico europeo che ha avuto il passato di un solo colore, ma è ormai libero. Può andare dove vuole, anche dagli avversari della Juve. Da questa convinzione prendo slancio per una candidatura nuova. Penso che il dopo Conte potrebbe essere Del Piero. Conosce il calcio come pochi ed è ancora l’ex calciatore italiano più conosciuto all’estero. Qualunque convocato gli darebbe rispetto e disponibilità. E’ un nome pulito, il simbolo di una buona Italia che ce l’ha fatta solo per il suo talento. Il limite sta nell’esperienza da allenatore, ma non sarebbe il primo grande ex a cominciare dall’alto. E la Nazionale ha un vantaggio, non va allenata, le serve solo uno che l’assembli e le dia nozioni quasi elementari per gestire la partita. Del Piero queste cose le conosce bene, le ha vissute per vent’anni. Ha giocato 800 partite ai massimi livelli. Non mi dite che non saprebbe scegliere i migliori 15 in una rosa di 40. Credo che la sua investitura porterebbe molta attenzione, nuovo interesse per la Nazionale. E lui avrebbe due anni per finire di imparare allenando se stesso per il prossimo Mondiale. Se Del Piero ha questo coraggio e un po’ di senso politico, e io credo li abbia, ha molti numeri per diventare la guida ideale di un’Italia diversa”. Del resto, anche il tecnico della Juve, Massimiliano Allegri, ha accolto con grande interesse la notizia di un futuro come allenatore per Del Piero: “Io credo che un po’ di giovani bisogna che comincino a fare l’allenatore perché io sto invecchiando”.
Tra suggestioni, ipotesi e auspici non ci resta che attendere la prossima mossa dell’ex capitano juventino ma siamo sicuri che se dovesse intraprendere una carriera da allenatore, grazie alla sua dedizione, al talento, alla serietà e alla profonda conoscenza del mondo del calcio, i risultati non tarderebbero ad arrivare.
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