Dejan Kulusevski è una autentica sorpresa di questa prima parte di campionato, l’ennesima targata Dea Atalanta.
Il giovane svedese – classe 2000 – proviene infatti dalla Primavera degli orobici e in questa stagione si sta destreggiando ottimamente con il Parma di D’Aversa.
Dotato di una stazza fisica notevole che non lascia affatto presagire la velocità con cui, invece, riesce a esprimersi in campo.
Dejan – come il cognome facilmente fa intuire – è di origini macedoni seppur nato nel freddo del Nord Europa a da bambino si cimenta a giocare a calcetto con Sandra, sua sorella maggiore, una vera e propria furia a quanto si dice:
“Se lui mi saltava, io lo stendevo”.
Fin quando un suo vicino di casa non parla con la madre, dicendole che il ragazzo ha talento e deve assolutamente fare il calciatore. Maurizio Costanzi, il responsabile del settore giovanile della Dea, lo nota durante un’amichevole e lo soffia letteralmente all’ Arsenale per la modesta cifra di 100mila euro.
Kulusevsky a quel tempo gioca con il Brommapojkarna e gioca sia di sabato, sia di domenica: sì, perché è aggregato sia ai classe 1999 sia ai classe 2000, in quanto più forte della media. Insieme all’ amico Joel Asoro, attaccante svedese dello Swansea, sono come i Calipso Boys dello United:
“A volte Joel segnava 3-4 gol a partita, tutti grazie ai miei assist. E nella partita successiva i nostri ruoli si invertivano, così lui poteva ricambiarmi il favore. Per me fare un assist ha sempre avuto il valore di un gol”.
Durante il gelido inverno svedese, pratica il futsal indoor, sul parquet. Questa singolare pratica gli serve per imparare a avanzare partendo da dietro in posizione di difensore, anche se il giovane centrocampista ha doti spiccatamente offensive.
Maturo e disciplinato in campo, di Dejan colpisce la sua capacità di verticalizzare, di far filtrare il pallone anche in condizioni di difficoltà. È indubbiamente un ottimo assist man: nel suo ultimo anno alla Primavera dell’Atalanta ne ha serviti 10 insieme a 8 gol. Con il Parma è arrivato già alla metà. Insomma, segna e fa segnare.
Malgrado le origini nordiche, lo spirito di integrazione e la comunicazione non sono un problema per lui: il giovane parla ben 5 lingue e ha esordito in Serie A il 20 gennaio di quest’anno. Proprio nel giorno del compleanno di sua madre, che tante volte lo ha consolato al telefono quando, a soli, 16 anni, si trasferisce in Italia. Poi inizia il cammino con la Dea fino a vincere il titolo con la Primavera, e le lacrime si asciugano.
Ora gli occhi dell’Inter sono puntati fermamente su di lui: ma bisognerà vedere cosa ne pensano in quel di Bergamo. Dejan Kulusevki, infatti, sembra costruito ad hoc per il gioco spumeggiante e veloce di Gian Piero Gasperini.
Che ci penserà bene prima di lasciarselo sfuggire.
Daniela Russo