Ricordate Jonathan De Guzman?
Il centrocampista olandese arrivato a Napoli nell’agosto del 2014 firmando un contratto quadriennale.
Era il Napoli di Rafa Benitez e il Ds che lo prelevò dallo Swansea era Bigon.
Nella prima stagione italiana colleziona 36 presenze e 7 reti tra campionato e coppe.
Nella stagione successiva è vittima delle rivoluzioni azzurre. Cambia il ds, arriva Giuntoli e cambia l’allenatore, arriva Sarri.
Fuori dai piani tecnici del nuovo allenatore non colleziona alcuna presenza e nel mercato invernale, passa in prestito al Carpi (club di provenienza del direttore sportivo) e l’anno dopo viene girato in prestito al Chievo.
Nel 2017 termina del tutto l’avventura partenopea e italiana dell’olandese che passa all’Eintracht Francoforte.
A distanza di anni, in un’intervista rilasciata al giornale olandese de Volkskrant racconta cosa accadde a Napoli.
Il giocatore confessa che sul finire della sua prima stagione partenopea aveva iniziato ad accusare dei guai fisici:
“A marzo, improvvisamente, ho avvertito un gonfiore allo stomaco.
Sentivo molto dolore, ho avvisato il medico del club De Nicola che ha cambiato la mia dieta. Meno carboidrati, ma il dolore persisteva.
De Nicola mi ha vietato di andare da un altro medico…”
De Guzman non ce l’ha con Sarri per averlo escluso dal progetto anzi, comprende le ragioni. Le accuse del centrale sono altre…
” I miei problemi avevano ridotto la mia mobilità,
era inevitabile che Sarri non mi inserisse in squadra.
Al Napoli non credevano al fatto che io avessi ancora dei dolori
e questo mi ha fatto dubitare dei segnali del mio corpo…”
Non solo…
L’olandese, messo sul mercato, in realtà non era in forma fisica e così, la sessione di calciomercato si chiude con il calciatore che resta a Napoli.
Emergono dettagli gravi delle conseguenze a quelle cessioni saltate.
“Ero nello spogliatoio, Giuntoli mi ha chiamato pezzo di merda
e mi ha invitato in un’altra sala.
Mi ha detto: ‘tu hai promesso di andar via’, ma non era così.
Improvvisamente mi ha colpito in faccia con un pugno,
poi è intervenuto Zuniga a separarci dopo che sono volate le sedie…”
Da qui, racconta di essere stato emarginato:
“Il giorno dopo il preparatore mi ha detto che mi sarei allenato da solo, facendo esclusivamente corsa…
Mi sono allenato da solo, gli altri giocatori non mi rivolgevano la parola, nessuno mi ha aiutato. Capisco il loro comportamento, dopo tutto io ero un escluso dalla società…”
In tutto ciò… il Presidente era al corrente di ciò?
De Guzman dice di aver chiamato De Laurentiis, di avergli scritto anche un messaggio senza però ottenere risposta. A suo dire però ha avuto modo di parlare con Edoardo, il figlio del presidente che gli avrebbe risposto:
“Non andrai da nessuna parte. Tu rimani qui, sei morto qui.”
Poi, conclusa la stagione, con il mercato estivo il passaggio al Carpi.
L’inizio di una nuova pagina in un club che il calciatore definisce “amatoriale”. Da lì, l’incontro con un altri medici, la diagnosi di ernia sportiva e l’operazione (che De Nicola negò).
“Ho visto un altro dottore italiano, Americo Menghi, che fece la diagnosi corretta del mio problema, poi vidi un altro dottore olandese che in soli dieci minuti identificò subito la mia patologia: ernia sportiva… Dopo mi operai, tornai al Napoli e Sarri mi disse che voleva mettermi alla prova…Voglio chiudere l’esperienza di Napoli con questa intervista.
Ho vissuto delle cose davvero bruttissime.”
Particolari che emersero a denti stretti in un post che il calciatore pubblicò su Instagram dopo aver subito l’intervento scrivendo:“Finalmente ho avuto quello che mi serviva. E’ pazzesco come qualcuno possa mettere la tua carriera in attesa per un tempo così lungo”.