David Pizarro, soprannominato da sempre El Pek (diminutivo del termine castigliano pequeño, cioè “piccolo”), è stato uno dei migliori registi che la Serie A abbia ammirato…
Nato a Valparaiso nel settembre del 1979, inizia la sua carriera da calciatore nelle file del Santiago Wanderers, compagine della sua città natale.
A vent’anni approda nelle terre italiane, prima nell‘Udinese grazie alla quale esordisce nella massima serie italiana il 29 agosto 1999 contro il Venezia.
In realtà non da subito nasce come regista, ma viene reinventato a questo ruolo da trequartista. Fu Hodgson a reinventarlo vertice basso, affidandogli le chiavi della squadra e trasformandolo in un metronomo.
Il periodo all’Udinese è intervallato da diversi mesi alla squadra de l’Universidad de Chile, tornato momentaneamente in patria, per poi continuare la sua carriera sui prati italiani.
Nel ’99 entra a far parte anche della Nazionale, con la quale vince il Bronzo alle Olimpiadi 2000.
Dal 2001 al 2005 a Udine incontrerà Luciano Spalletti, fondamentale per la sua crescita.
Dopo sei stagioni da friulano, Pizarro si trasferisce nella Milano nerazzurra dove resterà solo un anno.
Stagione all‘Inter breve ma intensa: cresce, matura, e con la squadra vincerà una Supercoppa di Lega, una Coppa Italia, e dulcis in fundo lo scudetto (assegnato all’Inter dopo i fatti scandalistici di Calciopoli).
Ma si sa, gli amori ritornano sempre, ed ecco che il 19 agosto 2006 viene ufficializzato il suo acquisto nella società della Roma, ritrovando sulla panchina mister Spalletti.
Con il team capitolino vincerà prima una Coppa Italia, proprio contro al sua ex Inter, nella stagione 2006/07 e poi nella stagione successiva una Supercoppa italiana, caso vuole sempre contro l’Inter.
Pizarro ha inoltre contribuito alla cavalcata dei giallorossi in Champions League: fondamentale per la grinta che trasmetteva in campo, bravo a dettare i tempi di gioco e vincere i contrasti con i “bestioni” avversari.
La sua avventura a Roma dura circa sei anni, finché nel gennaio del 2012, viene dato in prestito al Manchester City, guidato sempre da un suo ex allenatore, Roberto Mancini, già incontrato nelle vesti nerazzurre.
In Inghilterra è brillante, si fa notare in Europa ed arriva a vincere con al squadra anche la Premier League.
Nell’agosto dello stesso anno ritorna in Italia, dove rescinde il contratto con la Roma e si sposta a Firenze, dove resterà tre anni.
Tra alti e bassi, tra soddisfazioni personali da giocatore e dolori per la perdita della sorella riesce sempre ad essere un asso in campo: risolve partite, controlla e difende la palla da vero esperto, nonostante l’altezza non elevata faceva sentire sempre la sua prestanza fisica agli avversari, eclissandoli.
Nel 2015 si chiude la sua avventura in Italia, tornando definitivamente in Chile dove in un primo momento gioca di nuovo con il Santiago Wanderers.
Vince una Copa America con la nazionale del Cile, e chiude la sua carriera da calciatore nel 2018, dopo essere ritornato anche all’Universidad del Chile.
El Pek, tra gli altri, non ha solo rafforzato e portato in alto il nome della Serie A ma ha anche fatto colpo, anche se in vesti di meteora, in altre parti d’Europa.
Soli 168 centimetri d’altezza, il cileno è stato un regista che dovrebbe fare da maestro a molti ancora acerbi nel ruolo.
Del ventennio italiano, solido e indissolubile è soprattutto il suo legame con la Roma: per lui la maglia giallorossa è stata una “seconda pelle”. Infatti, anche se ha appeso gli scarpini al chiodo, spesso interviene ai microfoni sportivi per commentare prestazioni, retroscena e accaduti in casa giallorossa.
Valentina Vittoria