“Non mandare i tifosi in trasferta è la sconfitta del sistema“, così il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, nel corso dell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera sulle misure da adottare in materia di sicurezza durante le competizioni sportive, ha sottolineato l’importanza della presenza delle tifoserie anche negli “stadi rivali”. Il punto focale, per impedire episodi di violenza – gravi o meno gravi che siano –, non è quello di contrastare in toto l’ingresso in tribuna anche a chi la partita vorrebbe godersela in tranquillità, bensì quello di individuare “il tifo sano e di fare riferimento a organizzazioni ben definite“. “Bisogna capire che ci sono tante persone serie che il sistema lo sostengono, milioni di persone che pagano e rischiano per colpa di dieci disgraziati“, ha continuato Tavecchio, accompagnato dal neo direttore generale della Federcalcio, Michele Uva.
Il Daspo di gruppo, secondo il presidente della Figc, non è la soluzione giusta per contrastare gli episodi di violenza che non fanno altro che offendere lo spirito del calcio italiano. Con questo sistema, molti tifosi vengono penalizzati per quello che hanno commesso solo alcuni di loro: “Non capisco perché si chiuda una curva, per esempio, impedendo ai tifosi di andare ad assistere a Roma-Napoli, anche se si tratta di persone che hanno la tessera del tifoso”, ha ribadito Tavecchio, sempre più convinto di poter instaurare un dialogo proficuo con la parte sana della tifoseria. Durante l’audizione, il presidente ha inoltre fatto riferimento al suo programma: un programma dove “le misure di contrasto iniziano dal sistema scolastico e dalla formazione di una cultura sportiva”.
Eleonora Tesconi