Daniele, una vita con il peso sulle spalle dovuto a quel cognome: Conti.
Per chi da sempre mastica di calcio, di certo quel cognome non è passato inosservato. Bruno Conti, suo padre, è stato per anni bandiera della Roma nonché Campione del Mondo nel 1982 con la Nazionale italiana.
Se da una parte c’era Bruno Conti, che ha fatto la storia con la Roma e dell’Italia, dall’altra c’era suo figlio Daniele che avrebbe voluto seguire le sue stesse orme già da bambino.
Cresciuto in un vortice tra campo, pallone e Roma, inizia le giovanili proprio nella squadra giallorossa e fa il suo esordio in prima squadra a 17 anni nel 1996, quando era più facile osare e far giocare i giovanissimi della primavera anche nella squadra maggiore.
In tre stagioni però colleziona solo 5 presenze e un gol, di quelli che non si dimenticano perché festeggiato sotto la Curva Sud, quella degli ultras giallorossi. Un emozione talmente grande quel gol da farsi espellere per eccesso di esultanza, come un cavallo imbizzarrito che riesce a sciogliersi dalle proprie redini e corre senza una meta ma solo per sentirsi finalmente libero.
Nel 1999 si trasferisce al Cagliari a soli 20 anni e da lì non è mai più andato via. Conti la definisce così:
“Cagliari è la mia vita”
Ha trascorso sedici lunghissime stagioni tra Serie A e B diventando una vera e propria icona della squadra sarda. Capitano dalla stagione 2010-11 dopo il ritiro di Diego Lopez e paradossalmente bestia nera proprio della squadra che da sempre ha amato: la Roma a cui ha segnato 5 reti.
Negli anni viene fuori tutto il suo carattere: carisma, grinta, fedeltà e lealtà. Un gol che lui stesso spesso ricorda e che appunto non dimenticherà mai è quello sul filo del rasoio al 95′ contro il Napoli nel gennaio del 2008 e che portò sia alla vittoria contro i partenopei sia alla’inizio della storica rimonta del Cagliari per tutto il girone di ritorno. Tutto questo sancì la salvezza in campionato della sua squadra.
Con la maglia del Cagliari è riuscito a battere tutti i record di presenze precedentemente attribuito a Nenè totalizzando alla fine con la compagine isolana 464 partite giocate e 51 gol.
In tutti questi anni a Cagliari ha conseguito diversi riconoscimenti. Innanzitutto è stato inserito di diritto nella Hall Of Fame della squadra rossoblu e nella Top 11 Rossoblù – I più forti di sempre, una formazione votata dai tifosi cagliaritani che comprende i migliori calciatori di sempre del Cagliari.
Dall’Associazione Italiana Allenatori di Calcio ha ricevuto il premio come “Leader in campo 2013” e nello stesso anno il Premio Sardegna Live “Il Sardo dell’anno 2013” per eleggere il personaggio che più di tutti, nel corso dell’anno, ha tenuto alto il nome della Sardegna nel mondo.
Lo scorso anno, in occasione dei festeggiamenti dei 40 anni di Daniele Conti, il Comune di Cagliari ha voluto premiarlo con il riconoscimento per la carriera sportiva e per l’attaccamento dimostrato alla maglia della squadra della città.
“Sono molto attaccato a questa città, che ormai è diventata la mia. Cagliari e il Cagliari mi hanno aiutato a crescere soprattutto come uomo. Sono contento di aver rifiutato le varie offerte che nel corso della mia carriera mi sono arrivate e dunque di non essere andato via da qui”.
Anche dopo essersi ritirato infatti non ha assolutamente abbandonato la sua terra adottiva e attualmente è Responsabile dell’area tecnica del Cagliari.
Adesso c’è un nuovo Conti a Cagliari, non bastava il cognome ingombrante, Daniele per suo figlio ha completato l’opera dedicandogli proprio il nome di suo padre: Bruno Jr.
Il giovane classe 2002 con già tanto talento da vendere. Ha segnato la sua prima rete nella Primavera del Cagliari a settembre nel giorno del suo esordio in campo. Un gran gol che ha deciso il match in favore della sua squadra e che lascia già pregustare l’inizio della terza generazione Conti.
Raffaella De Macina
Immagine copertina: Profilo ufficiale Instagram