Pomeriggio amaro a San Siro. Dopo tre vittorie consecutive il Milan di Pioli frena con il Verona e si deve accontentare di un pareggio. Parte forte la squadra veneta, che trova il vantaggio dopo soli 13 minuti con Faraoni. I rossoneri sembrano subire, ma arriva il pareggio con Calhanoglu. Grazie alla rete del centrocampista turco il club meneghino ritrova lo spirito giusto per affrontare il match, ma non il gol del vittoria e allo stadio Giuseppe Meazza finisce 1-1.
Un pomeriggio amaro, è vero, ma anche una giornata storica per il club rossonero. Al 93’ entra infatti in campo Daniel Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare. Classe 2001, terza generazione di una dinastia di grandi giocatori rossoneri. Daniel colleziona la prima presenza in Serie A 35 anni dopo il padre, emozionato in tribuna, e 66 anni dopo il nonno, scomparso nel 2016.
Trequartista, a differenza dei Maldini che l’hanno preceduto entrambi grandi difensori, ma può giocare anche come esterno offensivo o seconda punta. Nel 2008, a soli sette anni, vestiva già i colori rossoneri. A segnalarlo fu il nonno Cesare. Parlò infatti del nipotino con Francesco Zagatti, suo ex compagno di squadra che allora collaborava con il responsabile del settore giovanile rossonero. Appena lo videro giocare lo inserirono subito nelle giovanili. Giovanili in cui militava già il fratello Christian, maggiore di 5 anni rispetto a Daniel.
Il ragazzo sa come farsi notare e diventa ben presto uno dei punti fermi e dei leader della Primavera rossonera. Lo nota anche il commissario tecnico della nazionale Under-18 Daniele Franceschini che lo convoca per la prima volta in maglia azzurra. Debutta il 22 marzo 2019 nell’amichevole persa per 2-0, a Katwijk, contro l’Olanda.
Pochissimi i minuti in campo a San Siro per poter dare un giudizio al classe 2001, anche se a molti ricorda già, nelle movenze, papà Paolo. Daniel ha una pesante eredità sulle spalle e ancora tanto, tutto, da dimostrare ma vedere tre generazioni che debuttano con la stessa maglia ha sicuramente qualcosa di speciale.
Alessandra Cangialosi