Campo di sabbia, calzettoni e tanta tanta voglia di giocare. Eccola l’essenza più pura e genuina del calcio. Quando era solo un gioco, un sogno irraggiungibile e una passione da condividere con la famiglia e gli amici. E’ stato così per tantissimi bambini italiani ed è stato così anche per Roberto De Zerbi.
A volte, però, quei sogni fatti di palloni ed erba diventano realtà. Ne è passato di tempo da quando De Zerbi calcava il campo polveroso dell’oratorio di Mompiano.
Oggi quel bambino ha 39 anni, allena il Sassuolo e con la sua squadra è secondo in classifica in Serie A.
Da Mompiano allo Stadium: tutto in meno di 30 anni. Sì, perché domenica gli uomini di De Zerbi andranno a fare visita alla capolista Juventus con la speranza di rubare loro il primato.
Che storia quella dell’allenatore bresciano.
Non tanta fortuna come calciatore, carriera che lo ha visto cambiare maglia tante volte da Nord a Sud e da Sud a Nord. Prima le giovanili del Milan, poi gli anni nel Padova, Como, Avellino, Lecco, Foggia, Napoli solo per citare qualche squadra.
Ma è come allenatore che si fa conoscere.
Dal 2012, anno in cui consegue il patentino da allenatore, scala dalla Serie D alla Serie A. Nel 2016 vince la Coppa Italia di Lega Pro con il Foggia, sempre nel 2016 viene chiamato da Zamparini a guidare il Palermo in Serie A e nel 2017 allena il neo promosso Benevento. A fine anno decide di non rinnovare con i campani ed è lì che arriva la prima chiamata da un grande club di Serie A: il Sassuolo. L’esordio con gli emiliani è di quello che rimarrà alla storia: vittoria in casa contro l’Inter di Spalletti.
Dopo 3 partite è secondo in classifica dietro alla Juventus di Allegri e davanti a Napoli, Roma, Inter, Milan.
Domenica potrebbe essere sorpasso. Un successo in casa bianconera lo farebbe entrare di diritto nella storia del club neroverde. Oppure, il Sassuolo perderà. Ma non importa perché Gianpietro Binetti, tecnico di Prima Categoria bresciana e grande amico di De Zerbi, di lui dice: “Ha 39 anni. Secondo me, entro i 45 sarà uno dei migliori tecnici in Serie A” … come si fa a non credere agli amici?
Paola Moro