Una passione è tale quando la si può vivere e condividere: e quale migliore luogo se non lo stadio, dove per 90 minuti i tifosi sono tutti uguali? Dove ci si unisce in un unico sentimento di esternazione di amore verso i colori della propria squadra quando si cantano gli inni?
Allo stadio si sta sotto una bandiera unica e per allentare la tensione si canta a squarciagola una canzone, che avvolge e carica tutta la squadra.
L’inno è importante se non fondamentale: è la forma comunicativa efficace che arriva dal pubblico agli undici in campo.
La Juventus può vantare ben cinque inni ufficiali più altri non riconosciuti dalla società.
Le canzoni cambiano allineandosi alle epoche e ai momenti storici. Nonostante questo, l’obiettivo è sempre lo stesso: quello di trasmettere amore, passione e senso di appartenenza.
La storia degli inni ufficiali della Juventus inizia con quello del 1915, durato fino al 1971, scritto da Corrado Corradino – diventato poi Presidente della Società nel 1920 – : il testo incarna lo spirito di un’epoca che ha in prospettiva due sanguinose guerre mondiali.
Si parla di difesa, di valori morali, di conquista e di gioventù. Tutti temi cari ad una generazione sacrificata alla patria e colpita dalla povertà e dalle privazioni causate dagli eventi bellici:
Noi riderem di quei vecchioni
nel nome della gioventù
eternerem eternerem le tradizioni
del Club che non tramonta più
eternerem eternerem le tradizioni
del Club che non tramonta più!
Nel 1972 era tempo di cambiare, i compositori Lubiak e Cochis scrivono “Juve, Juve” edito dalla casa discografica Durium. Il canto segna un’evoluzione comunicativa, questa volta sono i giocatori a cantare con soddisfazione e fierezza: “Juve è bianconera la città, mille bandiere bianconere sempre ovunque intorno a noi, ci fa sentire in campo 11 eroi” sottintende una vera e propria identità bianconera della città di Torino.
Juve, juve o cara squadra senza età
Juve, Juve cara gloriosa società
Mille bandiere bianconere intorno a noi,
ci fan sentire in campo undici eroi.
Siamo negli anni 70, periodo di sperimentazione e innovazioni di una società pesantemente condizionata e minacciata dal terrorismo e messa in riga dalla discussa austerity.
Nel 1991 arriva “Semper Juventus”, scritto e musicato dal professore Natalio Capranico, destinato a restare inno ufficiale fino al 1998. Passato un po’ in sordina, quasi caduto nell’oblio, va di fatto inserito nella lista dei cinque rilanciato nel web grazie a un blog bianconero:
Nel 1998 è la volta di “Grande Juve bella Signora”, una vera e propria dichiarazione d’amore e di fedeltà verso gli undici considerati “eroi”, manifestazione di gioia e entusiasmo verso la bandiera bianconera.
Forza la Juve la Juve la Juve alé
È bianconera la bella Signora
Alé la Juve la Juve la Juve alé
Solo la Juve è magica Juve aléForza la Juve la Juve la Juve alé
È bianconera la nostra bandiera
Alé la Juve la Juve la Juve alé
Solo la Juve è grande la Juve alé
Per il centenario scende in campo Pierangelo Bertoli con “Juvencentus”: pur non essendo ufficializzato è un canto fondamentale per la storia di Madama.
Nel 2007 l’ultimo inno ufficiale: siamo nel nuovo secolo e nuova è anche la Juventus, rinata e reduce dal terribile periodo di calciopoli e dalla ingiusta condanna e retrocessione in serie B.
Ecco che nasce dalla penna del famoso cantautore juventino Paolo Belli “Juventus, storia di un grande amore”.
E’ un inno liberatorio tutto da cantare, per la prima volta si parla di “bianco che abbraccia il nero”, e il ritornello “Juventus per sempre sarà” intende che al di là del passato la Juventus resta e diventa leggenda.
Trasmesso per la prima volta al Delle Alpi, in una versione interpretata dagli stessi giocatori.
Simili a degli eroi
Abbiamo il cuore a strisce
Portaci dove vuoi
Verso le tue conquiste
Dove tu arriverai
Sarà la storia di tutti noi
Solo chi corre può
Fare di te la squadra che sei
Numerose, numerosissime sono le canzoni che hanno accompagnato nel tempo i passi della Vecchia Signora pur non essendo classificate come inni.
Tra le altre mai ufficializzate ma ugualmente segnanti ricorderemo la bellissima “Il cielo è bianconero”, da un progetto di Francesco De Felice, che per bellezza meriterebbe un posto tra gli inni ufficiali. È detto anche inno dei tifosi visto che sono loro che lo cantano:
Sei tu la Signora che ha scritto la storia,
non ce n’è un’altra più grande di te.
Tu, Vecchia Signora, sei bella e sincera,
hai sempre vinto sul campo perché…
Nell’epoca della musica digitale e del rap non possiamo non citare Daniboy, che ha dato vita a delle vere e proprie hit di colore rigorosamente bianconero, come “Juve Campione d’Italia”, “ADP”, “Zebre”. La prima in particolare, scritta in occasione del primo scudetto post Calciopoli, ha segnato la generazione dei tifosi più green.
Vorremmo chiudere questa lunga carrellata con la canzone che ha accompagnato la Juventus durante il cammino fino alla finale di Champions League del 2017: per la prima volta la società decide di promuovere una colonna sonora “oltre confine”, una hit – oggi dal sapore dolce amaro – che ha saputo esprimere perfettamente il desiderio che tutti hanno di gridare: è finalmente arrivato il nostro momento per vincerla!
Draw all the lights down
Hand over my crown
Hand over my heart
I do this for my town
I do this for my crowd
So turn me on real loudMY TIME MY TIME
None of you people can
Tell me to stop!
La canzone è intitolata “My time” ed è dei Wolves:
In quella stagione, la Juventus curò un ambizioso progetto di comunicazione sui social: i Wolves furono scelti anche come soundtrack per celebrare il sesto scudetto consecutivo, quello conosciuto come Leg6nd.
La hit di questo frangente si intitola “Warriors”: