Quante cose, quante strade è stato Alessandro Del Piero per la Vecchia Signora?
Tante, troppe per essere semplicemente elencate o ricordate.
Quasi vent’anni di storia con la stessa maglia e un’infinità di attimi ognuno con un valore assoluto.
Oggi però il nostro ricordo va agli ultimi sei anni con la maglia bianconera, dal 2006 al 2012: anni in cui Del Piero dalle ceneri della retrocessione in serie cadetta è tornato in vetta con la sua Madama. Come sempre.
Il gesto di seguire la Juventus in Serie B non ha destato più di tanto clamore: da Alessandro nessuno si sarebbe aspettato il contrario.
Non che fosse dovuto, certo; tuttavia il legame con la storia, con la bandiera bianconera era già tutt’uno con lui ormai simbolo assoluto di questa squadra: in cima al mondo come all’Inferno. Un Inferno fatto di campi piccoli e poco curati, dove c’è più terra che erba, dove pareggi con il Rimini di sabato pomeriggio e non sai come muoverti, troppo stretto quel palcoscenico per chi ha appena vinto un Campionato del Mondo.
Ma Alessandro è come la Juventus: stesso DNA. Impara subito a nuotare in quel mare sconosciuto, mettendo a segno 20 reti e vincendo anche il titolo di capocannoniere della cadetteria.
La Juventus risale subito in Serie A ma non è più la stessa: ferita, quasi spaventata deve a gran fatica ritrovare la sua identità.
Del Piero se la carica sulle spalle con amore assoluto: insieme al suo compagno di reparto David Trezeguet saranno la coppia d’attacco più prolifica della stagione 2007/2008; capocannoniere con 21 gol trascina la Signora fino al terzo posto e al ritorno in Champions League.
E’ legato proprio alla Champions un momento irripetibile per Alex.
E’ il 5 novembre 2008 e la Juventus affronta il Real Madrid al “Santiago Bernabeu”: Del Piero conduce la squadra alla vittoria con una doppietta e al momento della sostituzione riceve la standing ovation di tutti gli spettatori dell’imponente stadio madrileno. E diciamola tutta, anche degli spettatori da casa di qualsiasi tifoseria. Un momento di autentico orgoglio nazionale.
Anche nei succesivi anni dei settimi posti, Alessandro non lascia mai la guida dei suoi undici: pronto a rispondere delle sconfitte e dei risultati deludenti a quei tifosi che vorrebbero rivedere la Juve tornare ai posti che le competono.
Sempre pacato, tranquillo, lontano dalle polemiche e dai toni esasperati che non sia addicono a questo “signore del calcio”, dal viso pulito e un po’ malinconico.
Ci penserà Antonio Conte ad aiutare Alex: insieme, col gruppo, hanno la meglio su un fortissimo Milan e la Juventus nel 2012 torna a cucirsi lo scudetto sulle maglie.
Per Alessandro però non c’è più tempo: la società ha deciso che il suo alla Juventus è finito.
E lui, con quel fare sobrio e silenzioso che da sempre lo contraddistingue, si prepara all’addio; vorrebbe farlo in maniera defilata ma il pubblico di Torino e dell’Italia intera non glielo consente.
Il 13 maggio 2012 lo Juventus Stadium riluce di applausi, di telefonini che scattano foto e soprattutto di lacrime. Gli abbracci e i teneri baci dei compagni, la commozione dei giornalisti, i pianti degli spettatori televisivi: tutto questo e molto altro vi potremmo raccontare di quel giorno.
La verità è che Alessandro Del Piero non è mai uscito dallo Stadium. Non ha mai lasciato la Juventus e il cuore dei suoi tifosi, che ne avrebbero voluto adddittura ritirare il numero 10. Gli uomini, gli sportivi come Alessandro Del Piero sono incapaci di lasciare il vuoto, perchè lo riempiono anche solo con l’assenza. E poi lui l’ha sempre detto: un Cavaliere non lascia mai da sola la sua Signora.
Buon compleanno, Alex. Buon compleanno, Capitano Coraggioso.
Daniela Russo
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