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Dal colpo del Secolo alla Follia del Millennio, il ‘non sense’ dell’affare Bonucci

Una operazione di mercato folle e ingiustificata porta la Juventus a adombrare pesantemente il colpo messo a segno con CR7

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C’è troppo entusiasmo per l’arrivo di Ronaldo? Tranquillo Mister, ci ha pensato la vostra Follia a spegnere il tutto.

(Getty Images)

Una follia generale, soprattutto della dirigenza bianconera, che dopo il ‘capolavoro’ messo in atto con CR7 – e il virgolettato è voluto, per motivi ampiamente spiegati in precedenza – ha pensato bene di suicidarsi mettendo in atto la più assurda delle manovre di mercato. Un’ operazione assolutamente priva di fondamento e di significato, per lo meno per noi poveri e comuni mortali, che non metteremo mai piede nella stanza dei bottoni.

Un affare che dimostra come il vero artefice del colpo Ronaldo sia Jorge Mendes e evidenzia ancora una volta i limiti – pesanti – del summit della  società di Torino; un affare che non solo taglia le gambe al futuro ma rinnega violentemente il passato, quello di appena due anni fa, in cui si festeggiava il più ‘sontuoso mercato bianconero’.

Scegliere Leonardo Bonucci al posto di Mattia Caldara è la conferma di come la Juventus non sappia scommettere sui giovani e non sia in grado di farli crescere –se di giovane si può parlare nel caso di Caldara che ha già 24 anni-, tutto questo mentre la Francia ha appena conquistato il titolo Mondiale con in rosa giocatori che si aggirano – molti determinanti – intorno alla ventina.
Il prospetto perfetto per spiegare al mondo la situazione del calcio italiano e per giustificarne, ancora una volta, l’ assenza in Russia.

Scegliere Leonardo Bonucci significa illudersi di rispolverare i fasti di una difesa creata da Antonio Conte e vissuta grazie a lui, che a oggi non ha alcun senso di esistere, e per l’età avanzata dei componenti (ricordiamo che il numero 19 è il più giovane a 31 anni, seguono Chiellini con 33 e Barzagli con 37) e per la fallacia dimostrata in Europa dalla stessa difesa ‘imperforabile’ che ha subito 7 reti in 2 finali di Champions League, con evidenti e madornali errori dei singoli – Bonucci in primis.

A meno che non si voglia cercare in Leo quel fautore di ripartenze e di impostazioni che forse Pjanic non riesce a fare in maniera soddisfacente o che presagisce una partenza dell’ex giallorosso?

Scegliere il ritorno di Bonucci per cedere Gonzalo Higuain significa ammettere spudoratamente il fallimento della scelta – carissima – operata nel 2016, quando il Pipita veniva accolto come Eroe e Salvatore della Patria rivelandosi poi nel corso del tempo assolutamente inadeguato alle richieste di ‘gioco’ di Massimiliano Allegri, che ha invano cercato di trasformare l’argentino adoperandolo in un modo assolutamente non consono alle sue caratteristiche.
Riconfermato Allegri, con o senza CR7, Gonzalo Higuain si presenta comunque come una costossima ‘patata bollente’ da piazzare al più presto, prima che il calciomercato si avvicini pericolosamente alla data di chiusura.

Una manovra che grida alla sconfitta  da ogni angolo la si voglia considerare.

Non solo: trattamento (dal punto di vista umano, soprattutto)  immeritato e decisamente non onorevole nei confronti del numero 9 argentino che  – pur al di sotto delle sue potenzialità, ma non sempre per colpa sua come già detto – improvvisamente, addirittura, è di troppo. E perchè non sia di troppo Bonucci invece, per una squadra che possiede già 4 centrali difensivi di cui due ventiquattrenni, non ci è dato sapere.  Sempre la famosa stanza dei bottoni.

Niente diritto di ‘recompra’ per il giovane difensore bergamasco, che è stato scambiato alla pari con Leo per un valore stimato sui 40 milioni; prestito con diritto di riscatto (fissato a 36 milioni) per Gonzalo Higuain, che si è preso il suo tempo per decidere ma del quale non facciamo fatica a immaginare lo stato d’animo. Uno stato d’animo palesato già con evidenza dalla serata del 9 maggio, quando non si è mai mostrato durante i festeggiamenti per la vittoria della Coppa Italia, festeggiamenti ripresi a lungo da Paulo Dybala in cui la mancanza di Higuain non poteva non balzare all’occhio.

Solo plusvalenza o c’è dell’altro?

A livello di plusvalenze, la Juventus sembra guadagnarci: e sottolineiamo il sembra, visto che il calcolo darebbe ragione ai bianconeri per lo sgravo dal bilancio dell’oneroso stipendio del Pipita. Ma oramai è evidente anche agli occhi dei più ingenui che in questa manovra di mercato sia coinvolto molto di più del calcio giocato.

Senza perderci nei meandri della dietrologia, possiamo però affermare che l’intrigo di potere alla base di queste dinamiche la fa da padrone, anche se sfortunatamente non ne conosciamo – e non ne conosceremo – le dinamiche.

Tuttavia c’è da ammettere che, fuori dalla stanza dei bottoni, appare l’esatto contrario di quello che i media hanno voluto trasmettere: la Juventus, da apparente padrona della situazione, ha ragionato e si è mossa da perfetta asservita.

Il tutto con tanta rabbia e amarezza da parte della piazza, la cui opinione – e quando mai! – è stata volutamente ignorata.

Di tweet come questi potremmo citarne a fiumi.

Una sola cosa è certa: indipendentemente dalla piega che prenderanno le cose sul campo, le solite parole di prudenza sono del tutto fuori luogo. Dopo questi capovolgimenti di fronte e dopo quest’ultima – sconsiderata – operazione, che ai più sembra insensata e difficilmente sarà motivata, l’unica risposta deve essere la Champions o, riprendendo una frase di Allegri, la Juventus – dirigenza prima di tutti – rischia di farsi veramente, veramente troppo male.

 

Daniela Russo

(immagine copertina TuttoSport)

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