Ogni sportivo, di qualsiasi squadra e categoria, indossa una maglia che rappresenta il legame a un gruppo che condivide i valori della società di appartenenza.
Ci sono atleti che la cambiano spesso, mentre ce ne sono altri che la indossano per moltissimi anni e che la sentono come una seconda pelle, condividendo gioie e affrontando i problemi e le delusioni, perché anche di questi è fatto lo sport.
Noi italiani siamo amanti delle competizioni e siamo noi stessi sportivi prendendo parte alle discipline più disparate, anche se è il calcio quello che ci regala più emozioni. Quando nelle squadre ci sono leggende che hanno onorato la casacca per diverse stagioni tutto diventa ancora più bello fino all’abbandono di quel giocatore tanto amato e che lascia un vuoto incolmabile nei cuori dei tifosi che lo ricorderanno e ameranno per sempre.
Quando succede un omaggio è doveroso e, spesso, le società decidono di “mettere in bacheca” la maglia indossata dal campione in segno di amore eterno.
I ritiri ufficiali sono molti, ma noi vogliamo ricordare i più importanti, a cominciare dal primo, avvenuto nel 1997 in casa Milan, dopo che un “certo” Franco Baresi appesi gli scarpini al chiodo dopo 20 anni di militanza (dal 1977 al 1997). Un dolore grandissimo non vedere più in campo il libero più forte di tutti, leggendario capitano e fautore di tante battaglie in campo. La società rossonera, ha deciso che nessun altro giocatore avrebbe mai indossato la maglia n.6, consegnandola alla storia.
Nel 2000 il Napoli ha ritirato la maglia del “Pibe de oro” Diego Armando Maradona, fuoriclasse argentino che ha militato nelle file dei partenopei per 7 stagioni (dal 1984 al 1991).
Una squadra meno blasonata come il Brescia ha potuto vantare tra le sue fila un fantasista come pochi, Roberto Baggio, che ha militato nelle rondinelle per 4 stagioni, dal 2000 al 2004.
Barbara Roviello Ghiringhell
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