Da Superga a Medellin, quando le “stelle” cadono dal cielo

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Medellin, 29 novembre 2016.

Non è la data della conquista di un trofeo, bensì il giorno in cui una squadra brasiliana, il Chapecoense, è entrato nella storia a causa di una tragedia che ha colpito il mondo del calcio.

La squadra della Serie A brasiliana si stava recando in Colombia per disputare la finale della Copa Sudamerica (equivalente alla nostra Europa League) contro la squadra locale, l’Atletico Nacional di Medellin.

Allo stadio però i giocatori non ci sono mai arrivati perché il velivolo s’è schiantato mentre tentava un atterraggio di emergenza vicino alla città colombiana.

Nell’incidente aereo sono morte 76 delle 81 persone che viaggiavano a bordo.

Tra le 5 persone sopravvissute ci sono tre calciatori: Jacson Ragnar Follmann, Alan Luciano Ruschel e Helio Zampier Neto, difensore. Gli altri due superstiti sono Rafael Correa Gobbato e Ximena Suarez. Un disastro di proporzioni immani, che lascia sgomenti e senza parole.

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Quello di Medellin non è l’unico disastro aereo con protagoniste le società calcistiche e noi di Gol di Tacco abbiamo voluto ricordare quelli più gravi, per rendere immortale chi ha perso la vita in un modo così assurdo.

Non potevamo non iniziare dall’incidente del Grande Torino, avvenuto il 4 maggio 1949.

Grande Torino, quel 4 maggio in cui Superga inghiottì per sempre gli Invincibili

In quel maledetto giorno, un aereo con a bordo  la squadra granata si schianta contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga, dove morirono tutte le 31 persone a bordo.

L’aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un’amichevole con il Benfica.

Anche il calcio inglese ha pianto i suoi “ragazzi”.

Il 6 febbraio 1958 il Manchester United, dopo la partita di Coppa Campioni contro la Stella Rossa di Belgrado, ha noleggiato l’aereo della British European Airways, che li avrebbe riportati a casa.

Il decollo però subisce un ritardo di un’ora perchè Johnny Berry non trova il passaporto.

Finalmente si riparte e l’aereo fa una sosta programmata a Monaco per rifornirsi di carburante. Ma qui il destino ci mette lo zampino.

L’accumulo di neve e fango sulla pista non permette al velivolo di decollare. Al terzo tentativo si schianta al suolo togliendo la vita a 24 persone su 38 che erano a bordo.

Tra i sopravvissuti, Berry e Bobby Charlton.

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Era il 3 aprile 1961 quando il Green Cross, squadra cilena, dopo la partita della coppa nazionale, si imbarca per il ritorno a casa, a Santiago.

Una parte dei giocatori viaggia facendo diversi scali, mentre l’altra decide di prendere un volo diretto.

Mai scelta fu più sbagliata.

L’aereo su cui viaggiavano 8 giocatori, l’allenatore, un massaggiatore, tre arbitri e due dirigenti della federazione si schianta sulle montagne: niente da fare per i 20 passeggeri e i 4 membri dell’equipaggio.

La tragedia del Green Cross è stata ribattezzata la “Superga” cilena.

Arriviamo ai giorni nostri.
Uno dei più recenti disastri aerei è accaduto il 27 aprile 1993, quando un aereo si inabissa nell’oceano Atlantico, a 500 metri dalla costa del Gabon.

A bordo c’è la nazionale di calcio dello Zambia, diretta a Dakar per un incontro con il Senegal valevole per le qualificazioni ai Mondiali del ’94.

Per i 25 passeggeri, 18 calciatori, il ct e lo staff tecnico, oltre ai 5 membri dell’equipaggio, non c’è scampo.

Sembra che il pilota abbia spento il motore sbagliato dopo un incendio.

Si salvò invece il capitano  Kalusha Bwalya grazie a un impegno con il Psv Eindhoven, dove militava.

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Tutto questo può sembrare assurdo perchè “sono solo dei ragazzi”, ma queste tragedie purtroppo succedono, nel calcio come nella vita.
Barbara Roviello Ghiringhelli