Da Maradona a Messi: passaggio di testimone senza paragoni

Lo stucchevole e inopportuno paragone tra i due campioni continua a tenere banco nel post mondiale qatariota. Maradona o Messi? Anche basta!

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foto - La Stampa

Lo stucchevole e inopportuno paragone tra i due campioni continua a tenere banco nel post mondiale qatariota. Maradona o Messi? Anche basta!

Chi stolto ha pensato che, disputata la finale tra Argentina e Francia, si potesse finalmente chiudere il capitolo “Mondiale in Qatar”? (Eccezion fatta per chi indaga sulle losche manovre che hanno portato all’assegnazione del mondiale al minuscolo stato e alla gravissima questione legata alla violazione dei diritti umani e ai morti sul lavoro)?

Per dirla alla Corrado: “E non finisce qui!
Le ultime due polemiche da bar/social/tv/media in generale, sono legate alla ormai celeberrima vestaglietta effetto “vedo non vedo”, gentilmente fatta indossare dallo sceicco Al Thani a Messi poco prima della premiazione e non solo. Bisht a parte, la vittoria dell’Argentina ha scatenato quello che parecchi aspettavano come la pioggia in agosto con 42° all’ombra: poter finalmente accostare concretamente, a e mondiale vinto, Messi con Maradona.
Ma mai paragone fu più poco indicato, inopportuno e, francamente, inutile.
I due campioni, leader indiscussi della nazionale albiceleste, sono oggettivamente imparagonabili per tanti motivi, checché qualcuno pensi che tutto sia paragonabile.
È che sembra una cosa proprio necessaria trovare un uomo simbolo nel calcio (ma non solo) per ogni epoca storica.
Ci sta, ma perché metterli forzatamente a confronto?
Perché non lasciare che Maradona sia meglio di Pelé solo nel coro con rima dei tifosi partenopei o nella canzone di Tommaso Paradiso di qualche estate fa?
Leo e Diego sono due unicità, due rarità nel mondo del calcio ma non solo in quello.
Diego è stato divino con il pallone e incisivo come uomo. È stato un personaggio oltre che una persona. Le proprie doti calcistiche al limite dell’umano, le debolezze, le fragilità, il modo di essere e dare imposto al mondo nella sua interezza. Ha espresso le proprie opinioni, schierandosi senza avere paura di alcuna conseguenza, affrontando, per i suoi errori, anche più di un impietoso linciaggio mediatico.
Personaggio e persona, nel bene e nel male.
Messi è stato sotto osservazione costante per anni. Il calciatore dell’eterna disfida con Cristiano Ronaldo a suon di scudetti, Champions e Palloni d’oro. Meno mediatico e più riservato sul piano personale, Lionel ha probabilmente creato scalpore solo quando è passato dalla sua storica squadra, il Barcellona, al PSG, legandosi praticamente mani e piedi all’intero Qatar.

E sarà anche per questo che la vestaglietta effetto “vedo non vedo”, la Pulce l’ha indossata senza battere ciglio.
Su questo argomento però, nessuno può mettere la mano sul fuoco sul fatto che Maradona non l’avrebbe mai indossata. Lui non può, ahimè, più esprimersi su sta cosa e a nessuno è permesso, diciamola tutta, prendersi certe libertà. Probabilmente, considerando la persona in questione, lo sceicco non gliel’avrebbe nemmeno presentata, la famosa mise (e nemmeno di questo si può essere certi!).

Epoche diverse, modo di giocare, vivere e vedere il calcio diversi, anime diverse, uomini diversi.

In virtù di questo, sarebbe cosa buona e giusta finirla con questo stucchevole confronto. Diego poi, ha vinto poco nei club in cui ha giocato (a Napoli il suo apice leggendario); Leo, invece, ha vinto tutto e pure in molteplice copia.

Entrambi hanno conquistato il mondiale, portando la gloriosa Argentina sul tetto del mondo e ritagliandosi un posto nella storia.

Ci piace immaginare Messi festeggiare per questo mondiale, con o senza vestaglietta; ma ci piace anche immaginare Diego dal cielo sfoderare il suo migliore sorriso per la vittoria non del suo erede ma della nazionale della sua amata terra. Chissà, magari si beffa anche del paragone e il sorriso di D10S allora si trasforma in una fragorosa risata.

Simona Cannaò