Cutrone-Higuain: la cosiddetta “maledizione del nove” è terminata

Anni fa Cutrone chiese una foto a Higuain, all'epoca attaccante azzurro e suo idolo: oggi, insieme, al Milan rappresentano un presente e un futuro di sostanza

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Tre anni fa un giovanissimo Cutrone, allora attaccante nella Primavera del Milan e appena diciassettenne, chiedeva uno scatto come un qualunque fan al numero 9 partenopeo, Higuain.

Trentasei mesi dopo, i due condividono uno spogliatoio e, aspetto più importante, il campo: non serve più a Patrick domandare in punta di piedi una foto, adesso gli chiama il pallone.

Gonzalo è un fenomeno. Mi aiuta allenarmi con lui e cercherò di rubargli qualcosa. Con lui sto creando un bel rapporto, sono contento di averlo in squadra. In partitella siamo uno contro l’altro e lì c’è competizione: è dura, molto dura”. 

Queste le parole rilasciate dal numero 63 rossonero durante un’intervista concessa a Radio 105: un rapporto di stima  e di ammirazione, certamente reciproca.

L’intesa tra i due sembra essersi già instaurata e quando non si trovano uno contro l’altro, come in allenamento, riescono a dialogare pur essendo entrambi due attaccanti puri.

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Basta pensare che l’unico gol stagionale  – prima dell’infortunio alla caviglia – l’ariete classe 1998 lo ha realizzato proprio su assist del Pipita, che gli ha fornito una palla calda da mandare in rete.

Le possibili polemiche sull’utilizzo di entrambi contemporaneamente sono, così, state messe a tacere sul nascere: la foga di giocare del giovane Cutrone unita all’esperienza del maturo Higuain, possono dare vita a un’emulsione di gol.

L’ex bianconero nell’avventura torinese si era trovato a dividere in alcune occasioni la scena con un altro numero nove e i risultati non avevano tardato ad arrivare anche là.

Se Cutrone, da un bomber di razza come Higuain che solamente nella massima serie italiana ha totalizzato 150 gol, può acquisire movimenti in area di rigore e imparare qualche trucco del mestiere per eludere gli avversari, il calciatore argentino non è certo esente dagli insegnamenti del ragazzo.

Oltre alla capacità di entrare subito in partita anche subentrando dalla panchina -come nella sfida contro i giallorossi quando ha impiegato solo  14′ minuti per portare i suoi ai tre punti – in sole 49 gare da professionista ha realizzato 19 reti e sei assist: numeri da capogiro per un appena ventenne.

Higuain-Cutrone: potremmo vedere spesso sul tabellino questi due nomi accostati, che sia per assist reciproci o per gol, che il pallone lo butti dentro uno piuttosto che l’altro ai tifosi rossoneri poco importerà.

Adesso il Milan ha un presente e un futuro di sostanza dopo un continuo via vai delle punte centrali, la cosiddetta “maledizione del nove” è terminata.
Magari, però, per i rigori sarà bene non farne una questione di gerarchie: tra i due meglio se a  calciarli sarà Cutrone.

 

Chiara Vernini