Conferenza stampa pre Juventus-Lokomotiv. Davanti ai giornalisti un Cristiano Ronaldo tirato a lucido affianca Maurizio Sarri e come sempre intrattiene tutti con quell’aura di perfezione che lo caratterizza.
Atteggiamento ineccepibile, risposte ad hoc, tutto secondo copione.
Un vero incantatore, il nostro Cristiano.
Tutti i bianconeri sono ai suoi piedi, ne decantano la leadership e qualcuno, sui social, arriva a proporlo come Capitano.
Aspettate un attimo. No.
Intendiamoci bene: non si può negare il peso di CR7 nello spogliatoio della Juventus. Lui ha un peso persino in società, sarebbe folle dire il contrario.
Ma la fascia da Capitano, no.
Sapete da quanti anni esiste la Juventus? Centoventidue, quasi. Tra una manciata di giorni saranno centoventidue.
Centoventidue anni di storia patria, un po’ meno europea. D’accordo, ci stiamo lavorando.
Una storia gloriosa, fatta di nomi ai quali spesso non so nemmeno dare un volto se non con vecchi filmati e con racconti di mio padre, amante di Charles e Sivori. Di Capitani che non incantavano per dialettica, non sapevano dare risposte perfette. Nemmeno erano leader così appariscenti.
Ma quella fascia la meritavano: sì, l’avevano conquistata con il sudore, con gli infortuni, con le finali giocate e perse, con i rigori anche sbagliati talvolta. L’avevano guadagnata onorando ogni giorno quella maglia bianconera. Ogni giorno, per anni.
Lo ha fatto Alessandro Del Piero che ha sempre preferito il silenzio e il campo a discorsi e proclami: e sì che avrebbe potuto, lui che non ha mai vinto il Pallone d’Oro, ma ha alzato la Coppa Del Mondo.
Lo ha fatto Gigi Buffon che con le parole a volte ha fatto a botte – come dimenticare fruttini e bidoni della spazzatura – eppure ci ha sempre messo la faccia pure quando la Juventus era al dodicesimo posto in classifica.
Entrambi non ci hanno pensato due volte ad accettare l’inferno della retrocessione e lo hanno fatto proprio per quella storia.
Non voglio cancellare 122 anni con un colpo di spugna. Nemmeno per un giocatore che ha segnato più di 700 gol e al quale si inchinano tutti come a un Re. Di onori ne ha abbastanza, gli spettano tutti: ma spazio anche agli altri.
Alla Juve la fascia si guadagna sul campo, nel tempo.
Cristiano è un leader. Ma al Real la fascia apparteneva, giustamente, a Sergio Ramos.
Cristiano è un leader ma Chiellini, con i suoi ripetuti turbanti, con la serie B, con la sua regia in difesa e il suo naso sempre rotto è leader tanto quanto lui.
Un Capitano che scende in campo con le stampelle, che conta per le maglie sporche di lotta e non per l’elezione del pubblico.
Cristiano, ti voglio bene ma non avrai mai la mia fascia.
Daniela Russo