Cristiano Ronaldo in quarantena è il calcio dei “vuoti a rendere”

Cristiano Ronaldo e la sua positività al Covid sono emblema del divario sociale durante la quarantena

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Cristiano Ronaldo e la sua positività al Covid 19 sono lo specchio del calcio odierno

La cosa che – senza dubbio –  dovrebbe insegnarci la pandemia è quanto ancora sia vivo il divario sociale che spesso si tramuta in disuguaglianza e disparità.

Ma abbiamo pure capito che queste considerazioni vengono valutate poco…
Nel mondo calcio, appare evidente che pure  la disparità tra il calciatore blasonato e il magazziniere dello stesso club sia esorbitante.

Mentre l’ emergenza sanitaria scuote le nostre vite e la paura del futuro, tra crisi economiche e incertezza, spadroneggia, oggi dobbiamo dedicare spazio alla tracotanza di  Ronaldo.

Cristiano Ronaldo alla Juve
Fonte immagine Pagina FB Official Juventus

Positivo al Covid, rientra in Italia dal Portogallo, dove si trovava per gli impegni con la Nazionale. Volo privato nella speranza che il denaro abbia garantito l’ immunità a tutto l’ equipaggio.
A Torino trasportato a casa.
Insomma, tutto con buona pace dei protocolli da seguire per i positivi.

Cristiano Ronaldo, grazie al suo portafoglio, può tutto!

Già tutti i fatti che sono stati narrati sopra possono (devono?!) far storcere il naso ma la cosa che proprio non si sopporta è la arroganza del giocatore che, non pago, posta sui propri profili social una foto.

Questa lo ritrae a bordo di una piscina al chiuso, in costume con il fisico artefatto che lo contraddistingue.

 

Una frase banale, al pari di quella della sorella che l’ aveva paragonato a non si sa che dio.

Cristiano, non ci siamo proprio!
È forse ora che qualcuno ti dica, senza scadere in facile retorica, che ciò che contraddistingue un Uomo è il rispetto che il medesimo nutre nei confronti del prossimo.
È così palese che tu non sappia cosa voglia dire essere costretti in una quarantena in un appartamento modesto e sovraffollato alle prese con un sistema sanitario che, sotto stress, altro non può fare che considerati un numero.

O peggio, la sofferenza di chi è intubato in un letto di ospedale.
Sei bravo a giocare a calcio, ma non hai capito i fondamentali del vivere.
In quell’ emblema iconoclasta che sei, a perfetta immagine e somiglianza di una società vuota, consumistica, fondata sull apparenza e sull apparire.
Alimenti coloro che sostengono che i soldi possano comprare tutto.

Non è così.
Non rappresenti il calcio vero,quello romantico, del campo sporco di fango e di maglie sudate.
Anzi, del calcio ne offendi il romanticismo, la poesia.
Il calcio è unione, condivisione, aggregazione.
Il calcio abbatte le barriere.

Tu sei solo l’ archetipo del calcio moderno, di chi vuole il tifoso-cliente sul divano e non anche allo stadio. Meglio pagare un abbonamento alla pay TV piuttosto che al proprio club…

Ma non me ne voglia  Ronaldo (e che sarebbe un tutto dire…) men che meno il lettore:  non è questa una invettiva nei confronti del calciatore quanto una amara e rassegnata analisi (per quanto possa valere) di una società definitivamente dilaniata nei suoi valori, dalla attuale emergenza.

Alla ricerca continua di eroi ed esempi che, in fin dei conti, sono solo vuoti a rendere…

Annalisa Bernardini