Che proprio tre sia il numero perfetto? Può darsi. Di sicuro qualcuno, ieri sera a Zurigo, l’avrà pensato. È Cristiano Ronaldo ad aggiudicarsi, per la terza volta come Cruijff, Platini e Van Basten, l’ambito Pallone d’oro, sbaragliando una concorrenza con i fiocchi, quella dell’eterno rivale Leo Messi, una seconda piazza che interrompe il dominio di questi ultimi quattro anni, e quella del portierone tedesco nonché campione del mondo Neuer, “inventore di un nuovo modo di intendere il ruolo“, a detta del ct Low.
“Ringrazio mio figlio, la mia famiglia, la mia compagna, mio padre che non c’è più e tutti quelli che hanno votato per me. E poi il mio allenatore, i miei compagni, il presidente del Real e tutti quelli che lavorano nel club“, ha dichiarato l’asso portoghese sul palco della Kongresshaus di Zurigo. “Abbiamo raggiunto tanti obiettivi, ma vincere questo trofeo è una cosa unica. Sono molto felice, questo premio mi dà grandi motivazioni per continuare a lavorare come ho fatto finora, per continuare a vincere trofei collettivi e individuali. Lo dedico a tutti i portoghesi, che sono tutti speciali per me. Non avrei mai pensato di vincere questo premio per tre volte e ora spero di eguagliare Messi. Continuerò a lottare per cercare di essere il migliore“.
Insomma, per accaparrarsi il luccicante premio della Fifa, non si è interrotta – e forse non si interromperà ancora per un po’ – la lotta ai piani alti tra le due stelle del calcio mondiale, Leo Messi e Cristiano Ronaldo. E la premiazione di Zurigo è finita così: tra un applauso, quello dell’argentino, e un grido liberatorio, quello del portoghese. Ronaldo, che nel 2014 ha portato il Real Madrid a conquistare la Coppa del Re, la Supercoppa europea, il Mondiale per club e, soprattutto, la Champions League, in quanto a titoli e trofei non si è lasciato scappare niente, e ora si godrà, fino al prossimo Pallone d’oro, questo meritato successo.
Eleonora Tesconi