Un incubo senza fine. Un “profondo rosso-nero”, per citare un famoso film dell’orrore. Così si può definire la crisi che ha colpito il mondo rossonero, che nella stagione appena trascorsa sembra aver raggiunto il culmine. Un buco nero che ha risucchiato la società di via Aldo Rossi, ben lontana dai tempi quando la squadra di Silvio Berlusconi era competitiva in tutti i settori. Sono passati diversi anni da allora e fa soffrire vedere una squadra senza più carattere e personalità, senza più cattiveria agonistica e fame di vittorie.
Noi di Gol Di Tacco abbiamo riflettuto e abbiamo pensato a 4 possibili soluzioni per la rinascita del club più titolato al mondo.
- Al primo posto abbiamo messo la vendita della società che Berlusconi sembra non essere più in grado di gestire. Litigi interni e dissapori hanno portato alla crisi che attanaglia il Milan ormai da alcune stagioni. Si è cercata una possibile soluzione, credendo che l’esonero di tre allenatori in 2 anni avrebbe risolto le cose, ma non è servito a niente. La società è allo sbando, lo spogliatoio spaccato. Tutti contro tutti, insomma, un disastro. Cosa fare allora? Da diverso tempo tutti stanno chiedendo al patron rossonero di vendere la società per poter rifondare e rinascere. Lui più di una volta si è dimostrato titubante e si può capire perché è soprattutto una scelta di cuore per Silvio, un cuore che ha sempre battuto forte per questi colori, nel bene e nel male. Alla fine forse cederà alle richieste e venderà, ma giustamente vuole essere sicuro che il compratore sia affidabile anche economicamente per poter garantire un ritorno ai livelli a cui tutti siamo abituati.
- Che Berlusconi decida di vendere oppure no, c’è la necessità di creare una nuova società di persone. Questo per noi è il secondo punto per la rinascita. Un esempio di una nuova dirigenza di successo è quello della Juventus. Dopo la crisi di Calciopoli, la Vecchia Signora ha deciso di “rinascere”, mettendo ai vertici della società gente nuova e competente che, grazie a idee vincenti e innovative, ha riportato la società bianconera ai massimi livelli. Il risultato sono 5 scudetti consecutivi e diversi trofei, senza contare la finale di Champions League persa contro il Barcellona.
- Certo è che la sola dirigenza non basta, tutti devo fare la propria parte, a cominciare dall’allenatore, che deve far crescere i giovani talenti e creare un gruppo compatto con mentalità vincente. Per il Milan non sarebbe poi così difficile fare tutto questo. È sempre stata una squadra che ha vinto tutto quello che si poteva portare a casa. Ma quelli erano altri tempi. Non si può vivere nel passato, bisogna guardare avanti e pensare al futuro che oggi, sembra sempre più incerto. Ma allora chi potrebbe guidare la nuova società? Al Milan la gente competente e amante dei colori sociali non manca. Un esempio? Paolo Maldini, grande esperto di Milan. L’ex capitano potrebbe dare un prezioso contributo, magari al posto di Braida, per portare nuovi talenti a Milanello. Il rossonero si è detto infatti disponibile a mettere la sua esperienza e il suo talento al servizio della società ma se Berlusconi non venderà si andrà avanti con Brocchi, idea che non è di certo gradita dai tifosi. Fatto questo bisogna pensare alla squadra, con una campagna acquisti di qualità magari puntando sui giovani italiani di talento. I vari Zaza, Berardi, Bernardeschi sono solo alcuni giovani nostrani e talentuosi. Purtroppo però non fanno parte di questo Milan.
- Il quarto punto della nostra cura è dedicato proprio a loro, che hanno sempre avuto una grande responsabilità nel successo di una squadra. Quelli rossoneri poi sono famosi per le “follie” che sono state fatte nel corso degli anni. Le finali di Champions League hanno sempre attirato decine di migliaia di tifosi, tant’è che sembrava una Milano trasferita nella città ospitante la finale. Ultimamente però questo fuoco si è affievolito e i supporters rossoneri non hanno un bel rapporto con la società, ferocemente contestata in questi anni di profonda crisi. Non bisogna sottovalutare l’importanza dei tifosi, sempre pronti a sostenere i loro beniamini, a gioire, a soffrire in nome di una fede che ci si porta nel cuore. Nei momenti di difficoltà poi, il supporto della gente è fondamentale e per questo il cuore rossonero deve tornare a battere.
Barbara Roviello Ghiringhelli