El Tucu, così soprannominato per via della ragione argentina dalla quale provenie: giovane e di belle speranze.
Approda alla Lazio nel 2018, dopo una militanza nel Siviglia ed una precorsa esperienza nel campionato italiano.
Correa, un attaccante sopraffino dal dribbling esilarante, dal tocco magico da prestigiatore.
Amato dai tifosi biancocelesti perchè, uno come lui, esalta l’eleganza del calcio.
E poi segna. Anzi, se scende in campo l’accoppiata Correa – Caicedo, lo spettacolo è assicurato.
Uno così, allora, fa subito dimenticare un rigore sbagliato.
Ed infatti, contro il Bologna, nella partita che si è disputata il 6 ottobre al dall’Ara, in uno stadio unito nel nome di Sinisa, la banda Inzaghi riesce a recuperare lo svantaggio per
ben due volte; il risultato si assesta sul 2-2.
El Tucu, durante il secondo tempo, riesce a guadagnarsi un rigore. E’ lui pronto sul dischetto. Correa sbaglia: alto sopra la traversa.
La delusione è tanta, il giovane si copre il volto con la maglia.
Sfuma il vantaggio, sfumano i possibili 3 punti, sfuma la dedica del gol al cielo per la scomparsa della nonna del giocatore.
In un evento ed in una immagine tutto il cinismo del calcio.
Quel rigore sbagliato, però, non mette in discussione il sostegno che i tifosi biancocelesti hanno per il talento argentino che, di certo, non manca di coraggio, altruismo, fantasia.
Sostegno che, nel frattempo, è giunto anche dalla Società con un rinnovo sino al 2024.
Insomma, alla fine è prevalsa un’altra immagine, quella bella del calcio (sponda laziale, si intende!): 15 maggio 2019, Correa salta quattro giocatori atalantini, sigla il secondo gol, è mette al sicuro la vittoria della Coppa Italia.
Gli eroi, son tutti giovani e belli!
Annalisa Bernardini