Coronavirus, come sopravvivere in un mondo senza sport?

Come immaginare tanti mesi senza sport?

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Il Coronavirus sta cambiando le nostre abitudini di vita partendo dalle più primarie ed elementari.

Neanche il mondo dello sport è rimasto immune da quest’ondata di panico e paura.

Prima la sospensione della Serie A e di qualsiasi altra manifestazione sportiva di qualunque categoria sul territorio nazionale, poi le competizione internazionali senza pubblico. L’ultima goccia che fa traboccare il vaso: i contagi nel mondo del calcio, del basket, della Formula Uno. Nel mondo dei sogni che ci è sempre sembrato intoccabile. Niente e nessuno é più al sicuro.

Bonucci Coronavirus
Foto: account Instagram ufficiale della FIGC


La positività di Rugani e di Gabbiadini (i primissimi in Serie A)costringono la Juventus, la Sampdoria e le ultime squadre da loro affrontate ad un isolamento forzato. I contagi nel mondo del basket non solo fermano l’intera NBA ma mettono in allarme chi si allena negli stessi palazzetti, come il Real Madrid. È costretto ad uno stop anche il campionato spagnolo, potrebbe avere la stessa sorte anche la Premier che già registra in Arteta dell’Arsenal il suo “paziente 1”.

Nella lontana Australia un meccanico della McLaren risulta positivo e l’intero weekend di gara (se non gran parte del campionato di Formula Uno) è messo in dubbio.

Le squadre italiane non hanno il permesso di volare oltralpe per disputare l’Europa League. Il torneo potrebbe essere sospeso insieme alla Champions.

Se ci sembrava inimmaginabile seguire una manifestazione sportiva senza i cori dei tifosi e il supporto degli striscioni in curva, non seguirla affatto sembra un’eresia.

Atalanta Champions
Foto: account Instagram ufficiale dell’Atalanta

Non solo siamo costretti ad una ferrea quarantena, ma ci toccherà affrontarla senza la compagnia dello sport, un amico leale che ci fa battere il cuore come pochi altri. Ma il mondo finisce davvero qui? È così che ci arrendiamo?

Ebbene, la nostra – e quella di tutti gli sportivi del mondo – non è una resa. Non c’è sforzo più agonistico di lottare contro questo virus per aiutare, non solo noi stessi, ma anche tutti quelli che ci circondano.


Federica Vitali