Forse essere considerato un ottimo allenatore è controproducente quando si tratta di vedersi allestire una rosa; lo è anche di più se sei uno di quegli allenatori capaci di valorizzare i giocatori essendo in grado di farli esprimere al massimo…
Se poi ti chiami Antonio Conte, difficilmente – se non in rare occasioni – sarai accontentato sul mercato.
“Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100…”
Questa celebre dichiarazione del salentino risale ai tempi della rottura con la Juve nata proprio per divergenze di mercato.
Dopo il terzo scudetto in tre anni consecutivi l’allenatore aveva chiesto garanzie e giocatori funzionali al suo progetto tattico (in particolare, Conte avrebbe voluto esterni d’attacco veloci e terzini in grado di coprire l’intera fascia e aveva messo in cima alla lista della spesa Alexis Sanchez del Barcellona e Cuadrado della Fiorentina).
Non fu accontentato: 40 milioni per il primo e 35 per il secondo erano cifre esose per Agnelli che poi, nell’era Allegri cambierà decisamente rotta.
Per l’allenatore inizierà una breve ma intensa avventura in Nazionale dove confermerà le sue doti soprattutto nel creare un’amalgama perfetta e nel riuscire a far esprimere ogni signolo al meglio.
Dopo la parentesi azzurra arriva per Conte una “London calling”: forse al Chelsea, club di un noto magnate russo, finalmente potrà dettare le condizioni sul mercato e avere in rosa suoi “oggetti del desiderio”?!
Non proprio…
Alla corte di Abramovič, l’allenatore troverà la ferma opposizione a investire o meglio a comprare chi avrebbe voluto, da parte di Marina Granovskaia, braccio destro del russo.
Conte arrivò ai Blues nell’estate del 2016. In passato non si erano risparmiati sul mercato ma quell’estate la campagna acquisti fu ridotta. Il Chelsea aveva chiuso l’annata precedente al decimo posto, ma arrivarono solo in quattro e lo stesso allenatore in varie riprese se ne lamentò. Stesso discorso per la seconda stagione.
Il mio lavoro è fare l’allenatore e migliorare i miei giocatori. Sicuramente non decido granché del mercato“.
Tutte le richieste del salentino furono ignorate dalla società e così si andò avanti con frecciatine e conclusivo braccio di ferro.
Altro giro altra corsa?!
Dopo l’avventura inglese, Conte torna in Italia e sposa il progetto nerazzurro.
All’Inter, desiderosa di tornare a essere competitiva e annullare -o almeno ridurre- il gap con la Juve, sembra finalmente giunto nel posto giusto. Così, dopo uno sguardo alla rosa (e alcune esclusioni celebri), l’ex bianconero stila la sua lista degli acquisti.
Dopo pochi mesi però, il mercato nerazzurro stenta a decollare e così tornano le frecciatine e i musi lunghi.
Un déjà–vu
O quasi…
Conte non sembra essere sereno. Le promesse o le aspettative iniziali paiono essere difficili da esaudire.
In cima alla lista dei desideri c’è il costosissimo attaccante Romelu Lukaku, tanto desiderato dal salentino sin dai tempi del Chelsea.
Per l’allenatore nerazzurro è lui, insime a un altro bomber di peso (Dzeko) il profilo che più di tutti potrebbe permettere a quella che ora è la SUA Inter di essere davvero competitiva.
Ma non sempre ciò che si pianifica a tavolino trova fattibilità e così il belga sembra essere inaccessibile… per Zhang non per il tecnico.
A tutto ciò si devono aggiungere le cessioni dei big esclusi dal progetto che di fatto bloccano il mercato in entrata.
Ancora un ristorante da 10 euro da far diventare stellato?
In passato Conte ha dimostrato di poter tirare fuori il meglio dalle rose a disposizione anche senza rinnovamenti profondi e di certo in casa nerazzurra, dove si devono fare spese accorte bilancoate da plusvalente, ne avranno tenuto conto per puntare su di lui.
“A seconda del mercato cambiano le aspettative…”
Il salentino però, mette le mani avanti e avvisa tutti, come a dire che senza la ciliegina sulla torta non ci si deve aspettare di sedersi a mangiare in un ristorante da 100 euro.