Dopo la vittoria su Mourinho, Conte torna a far parlare di sé. Come sempre del resto. Quale strada per l’energico tecnico?
Impossibile fare silenzio intorno ad Antonio Conte. Ancora di più se batte Mourinho con il quale non ha fatto altro che giocare a ping pong da sempre: i due a malapena si tollerano e la cosa è quanto mai evidente. Vittoria, qualche parolaccia e via, senza minimamente calcolare il suo rivale: niente stretta di mano di rito.
La settimana di Conte è stata come fare un giro sull’otto volante: la sonora sconfitta per mano della Roma in Champions, le diatribe mai finite con lo spogliatoio, il successo di misura sul Manchester UTD con tanto di tribuna per David Luiz, uno dei “vecchi” della squadra. Il tutto a una velocità pazzesca come il tecnico pugliese ci ha abituati.
Niente di sicuro sul fronte del suo futuro, comunque: e non certamente per l’invito a cena che “Mou” pare aver ricevuto da Roman Abramovich; dopo due esperienze sulla panchina dei blues, ci sentiamo di escluderne quasi con certezza una terza. Ma la dura posizione assunta verso un senatore potrebbe procurare a Conte non pochi grattacapi: lo dichiara senza mezzi termini Gary Neville, ex-Manchester, che rievoca i fantasmi di John Terry.
Intanto si intensificano le voci che la prossima stagione vorrebbero Antonio alla guida del Milan. In conferenza il tecnico ha invitato i giornalisti a lasciar perdere il “tema rossonero”, si è detto concentrato soltanto sul lungo cammino che lo aspetta con il Chelsea; eppure dopo le ultime frizioni con Andrea Agnelli tutti gli scenari sembrerebbero possibili: anche quello di approdare a una storica e acerrima rivale. E questa, fra tutte le sue sortite, sarebbe sicuramente quella che fa più rumore di tutte.
E pensare che tra i bianconeri c’è ancora chi auspica un suo ritorno…
Daniela Russo