Dichiarato colpevole nonchè mandante di un’estorsione legata all’ambiente di Cosa Nostra, Miccoli è stato condannato a 3 anni e 6 mesi con rito abbreviato.
Imputato per estorsione aggravata dal legame con Cosa Nostra, Fabrizio Miccoli, ex capitano del Palermo, è stato condannato a 3 anni e 6 mesi con rito abbreviato. Secondo la procura di Palermo l’ex attaccante rosanero avrebbe chiesto aiuto a Mauro Lauricella, figlio di uno dei boss appartenenti a Cosa Nostra, Antonino “ù Scintilluni”, per saldare un debito di un amico, debito ammontante a 20 mila euro.
Casualmente, tutto iniziò cinque anni fa durante le manovre d’indagini per la cattura di Lauricella senior. Fu in quella occasione che venne intercettata la conversazione tra Mauro Lauricella e Fabrizio Miccoli mentre discutevano, ignari di tutto, dell’argomento sopracitato a bordo di un suv. Mauro Lauricella, non imputato in questo processo, è stato condannato a solo un anno per violenza privata aggravata, le colpe dunque ricadono sull’ex numero 10 rosanero risultato il mandante dell’estorsione. Inoltre, in possesso del giocatore leccese furono ritrovate diverse sim card, pervenute tramite un gestore di un centro Tim, intestate a terzi e di cui ha più volte usufruito anche Lauricella.
Non ha rilasciato dichiarazioni l’ex attaccante, il quale ha appreso il risultato della sentenza in lacrime.
Egle Patanè