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Con “Novantesimo minuto” muore un pezzo del nostro calcio

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Il nuovo bando per i diritti televisivi mette a serio rischio la sopravvivenza di “Novantesimo minuto”, storica trasmissione del nostro calcio

 

Addio a “Novantesimo minuto”, addio alla storia del nostro calcio. E’ questo lo scenario che si apre all’indomani del nuovo bando per i diritti televisivi in virtù della prossima stagione. L’obbligo di trasmettere le immagini della Serie A dopo le 22 pone ufficiosamente la parola fine su questa icona della televisione sportiva italiana.

Un’ icona che ci accompagna dal 1970, che ci ha tenuti incollati allo schermo quando ancora non c’erano pay tv, telecamere in ogni dove, persino negli spogliatoi; quando Paolo Valenti ti accoglieva con il suo sorriso e apriva i collegamenti a Necco, Bubba, Tonino Carino e tutti gli altri, quando le immagini si inceppavano e ti lasciavano col fiato sospeso ma erano tutto quelli che avevi, insieme alla radiolina accesa su “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Una musichetta indelebile che ci accompagnato come una cara amica d’infanzia:

Si levano le proteste, la prima a gran voce di Ivan Zazzaroni, che apre una vera e propria “querelle” sul Web, tra sentimentali e pragmatici:

E ancora:

Qualcuno la prende con più filosofia: perchè certo, ormai i Valenti & co. non ci sono più. I tempi sono cambiati e indubbiamente la qualità della trasmissione si è modificata, dovendosi adattare anche – in qualche modo – a questi tempi che inesorabilmente corrono e non lasciano traccia, né possibilità di sosta.

 

Opinione condivisibile, che sposta la nostra attenzione sul solito, doloroso punto. “Novantesimo minuto” è – o era, non sappiamo ancora quale tempo del verbo utilizzare – una creatura rara e come tale sarebbe stata da preservare. Ma in questo calcio moderno non sembra più esserci posto per la rarità: o ti adegui o sei fuori. Come giustamente sottolineano questi  seguenti tweet:

Impossibile ribellarsi dunque allo stradominio del ‘dio Denaro’: non c’è più posto per l’amore, dice bene il tifoso di cui sopra. Il calcio ha già ucciso il valore dei contratti, sta uccidendo a una a una tutte le bandiere, “Novantesimo minuto” è soltanto la prossima vittima. Non l’ultima però.

Il concetto non fa una piega: “Il calcio è di chi lo ama. Ma solo se ha i soldi”.

Daniela Russo

(immagine copertina newsgo)

 

 

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