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“Commossi per Commisso”: Firenze ritrova entusiasmo. Con Lucia Petraroli salutiamo il passato e guardiamo al futuro viola

Intervista -ESCLUSIVA- a Lucia Petraroli, conduttrice di CasaViola (Toscana Tv) alla scoperta di quella che sarà la Fiorentina di Commisso

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L’era dei Della Valle si è ufficialmente chiusa.
A Firenze inizia un nuovo “Rinascimento”: da oltreoceano arriva Rocco Commisso.

I Della Valle chiudono un’avventura cominciata nell’agosto 2002. Diciassette anni di alti e bassi, cadute e risalite fino a stagioni travagliate e la decisione di mettere la parola fine.

Il loro successore è Rocco Commisso, imprenditore italo-americano di origini calabresi, fondatore di Mediacom, uno dei colossi americani nel campo delle telecomunicazioni.

Inizia un nuovo corso per la squadra gigliata.
Si riparte da nuovo entusiasmo, ora resta da capire che volto avrà la nuova Fiorentina e fin dove può spingersi l’ambizione del nuovo Patron.

Lucia Petraroli, conduttrice di CasaViola –programma che va in onda  su Toscana Tv (ch 18 del DT)-, ci racconta come si è arrivati a questo anno zero e che cosa ci si aspetta dopo anni di rapporto turbolento tra Società, tifosi e allenatori.

lucia petraroli casa viola

 

Come è stato accolto dalla piazza questo nuovo Patron a stelle e strisce?

Commossi per Commisso è lo slogan che Firenze ha lanciato per il suo nuovo presidente che in poche ore ha gia conquistato i cuori dei suoi tifosi. Un vortice di emozioni capace di travolgere tutto e tutti. Si respira in città un entusiasmo come non accadeva da tempo.

La nuova proprietà su cosa dovrà puntare prima di tutto e quali errori non deve commettere?

Ripartire da figure e bandiere come Giancarlo Antognoni sarà il primo step; nessuno come lui conosce la città e le dinamiche del tifo, l’ appartenenza dei colori viola per la piazza. Poi, dovrà ripartire dal suo gioiello viola, Federico Chiesa.
Rocco -come ama farsi chiamare anche dai suoi 4500 dipendenti di Mediacom, quinto gruppo di tv via cavo in America- non avrebbe un buon approccio con la piazza lasciando partire il suo giocatore più importante.

A proposito di Chiesa…
Pare esserci un accordo tra il giocatore e la Juventus. C’è il timore che si punti ad incassare per poi proseguire verso una rifondazione?

La questione legata a Federico Chiesa è la prima da definire per quanto concerne il comparto sportivo e dalla quale poi costruire intorno, a braccetto con l’allenatore che guiderà la squadra, anche nella prossima stagione.

Capire oggi i piani futuri è prematuro mancano ancora le figure cardine ma tra i giocatori della rosa viola, Federico è il più ambito sul mercato, ed in particolare c’è la Juventus che preme sul suo conto.

Alcune fonti d’informazione, durante la scorsa settimana, hanno parlato di un accordo già trovato con l’entourage del ragazzo, ma Commisso, già nel giorno delle sue prime parole, ha fatto intendere di voler confermare il suo asso, magari con un ritocco verso l’alto dello stipendio e una fascia da capitano come premio.

Getty Images

Puntare su Montella potrebbe essere uno dei punti dai quali partire?

Ci possono essere dei pro e dei contro in ambedue le scelte che il Tycoon farà.
Con una squadra costruita per lui, l’Aeroplanino sarebbe in grado di dare il massimo a differenza della situazione della stagione scorsa dove si è trovato davanti una situazione drammatica dopo la separazione con Pioli. In più conosce l’ambiente, gode di ampio credito e ha una grande voglia di rivalsa.

Se invece si dà credito ai risultati tutt’altro che positivi dal suo ritorno alla Viola e discutendo le scelte tattiche fatte dal tecnico campano nelle ultime partite di stagione, la riconferma di Montella sulla panchina gigliata sembra più difficile.

I risultati sul campo quest’anno hanno risentito delle difficoltà societarie. Terminare, in corsa, il rapporto con Pioli è stata una scelta sbagliata?

Le dimissioni di Pioli arrivate a 7 giorni dalla scadenza del campionato e con una semifinale di Coppa Italia da giocare arrivano dopo il KO contro il Frosinone e una serie di pareggi. In virtù di questo la società diramo’ un comunicato nel quale si metteva in discussione le qualità professionali e umane del tecnico.

Visto il rapporto di Pioli con la squadra e la Piazza forse si sarebbe potuto continuare col tecnico di Parma. I risultati ottenuti con Montella in panchina -6 sconfitte ed un pareggio- confermano ciò, anche se ovviamente non potremmo mai averne la controprova.

I viola non sono nuovi ad addii societari particolarmente turbolenti, qual è stata la separazione che più ha segnato la storia di questi colori?

L’addio di Prandelli che dalla Viola si accasò in Nazionale fu la separazione più amara.
Il legame tra Cesare e i Della Valle è stato il più longevo sulla panchina gigliata: il tecnico di Orzinuovi restò a Firenze per ben 5 anni, lasciandosi tra mille polemiche con la proprietà, con le voci sulla Juventus che sancirono definitivamente la fine di quegli anni positivi dove la Fiorentina con continuità partecipò alla Champions League arrivando persino agli ottavi e sfiorando anche una finale di Europa League.

E’ questo uno dei motivi del rapporto non idilliaco tra i Della Valle e buona parte della tifoseria? Quali sono stati gli elementi della definitiva spaccatura?

Fra il popolo viola e i Della Valle non è mai sbocciato del tutto l’idillio.
Fra le critiche principali poca passione e scarsa presenza.

I primi anni con un Diego della Valle ancora presente in prima linea e l’approdo due volte in Champions e una semifinale di Coppa Uefa persa ai rigori furono quelli dove si è vissuta la maggiore intesa, poi il ciclone-Calciopoli contribuì a incrinare il coinvolgimento del n. 1 della società.

In un secondo momento furono le stagioni 2012-13 che riaccesero l’entusiasmo della piazza: fu il triennio targato Montella-Pradè dove arrivarono tre quarti posti, una finale di Coppa Italia, una semifinale di Europa League e giocatori del calibro di Pizarro, Borja Valero, Cuadrado e soprattutto Mario Gomez e Giuseppe Rossi.

Firenze tornò a sognare, così come nel primo anno di Paulo Sousa (2015-16) quando la squadra per un periodo addirittura fu prima in classifica. Ma i mancati rinforzi a gennaio e la scelta di gestire il club in regime di autofinanziamento –in mezzo pure la telenovela del nuovo stadio-, hanno portato i Della Valle ad una decisione che già avevano annunciato nel giugno 2017 di essere pronti a farsi da parte.

Il dramma di Davide Astori sembrò per un attimo ricompattare l’ambiente nel ricordo del capitano scomparso improvvisamente, ma le tensioni tra i tifosi e la proprietà erano diventate troppo forti e la famiglia Della Valle ha capito che era arrivato il momento di lasciare.

Diego e Andrea (D) Della Valle in una immagine del 23 maggio 2009.
ANSA/CARLO FERRARO

Che bilancio ti senti di fare dell’epoca Della Valle nel suo complesso?

In 17 anni i Della Valle possono vantare la partecipazione alla Champions League arrivando persino agli ottavi, 3 quarti posti, una finale di Coppa Italia e una Semifinale di Europa League. Purtroppo è mancato un trofeo da mettere in bacheca oltre a quelli della Primavera e della squadra Femminile raggiunti con onore.

Cosa ci si aspetta da questo anno zero?

Commisso ha riportato entusiasmo a Firenze. C’è voglia di ripartire, di sviluppare un nuovo progetto, ci sarà da attendere però, non potrà arrivare tutto nell’immediato, sappiamo come il Fair Play finanziario oggi impone di non poter spendere cifre folli sul mercato.
Spero che da questo nuovo ciclo nasca qualcosa di davvero positivo.

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