Massimiliano Allegri è un nome ricorrente nella Capitale sponda giallorossa.
I Friedkin hanno rinnovato la fiducia nei confronti di Fonseca dopo la partita con la Juventus, ma nulla sembra certo. Durante la partita di domenica la Roma ha dimostrato di avere qualità, una squadra che se rinforzata può competere a livelli importanti.
Nonostante la buona prestazione, Fonseca è ancora al centro del ciclone. Sui social diversi tifosi hanno richiesto a suon di #Fonsecaout l’esonero dell’allenatore portoghese.
Altri invece sostengono tuttora lo Zorro giallorosso, individuando il problema nella rosa.
La piazza chiede alla società nuovi acquisti che possano aiutare l’allenatore a giudicarlo meglio: vero però che in molti rimproverano a Paulo l’abitudine di utilizzare poco e tardi i cambi.
L’ombra di Allegri non sembra quindi scomparsa da Roma. Il suo arrivo porterebbe a forti rivoluzioni, le stesse per cui sta spingendo il nuovo presidente Dan Friedkin, rimasto amaramente deluso dal caso Diawara.
Esperienza, collettività e allo stesso tempo individualismo e dinamismo sono i nuovi concetti che Allegri porterebbe con sé a Trigoria.
In primis il tecnico livornese si occuperebbe di dare un’identità alla squadra che negli ultimi anni ha perso gradualmente tutti i suoi punti di riferimento. Allegri ha dimostrato in diverse occasioni la capacità di individuare la miglior formazione possibile con gli uomini a sua disposizione.
Nella concezione calcistica del tecnico toscano il concetto di ruolo perde quasi il suo significato: incentrandosi su schemi molto dinamici tutti i giocatori ricoprono tutte le zone del campo in entrambe le fasi di gioco. Diventa riduttivo quindi accostare lo stile di gioco di allegri a uno schema di gioco.
Per essere “tecnici” possiamo ricondurre al 4-3-3 la fase di possesso: i due terzini salgono molto rispetto ai centrali per costruire sulla fascia, i centrali sono gli unici che forniscono marcature ben definite.
Ai tempi della Juventus Bonucci ricopriva il ruolo di playmaker che in giallorosso potrebbe spettare a Gianluca Mancini – dato ormai l’improbabile ritorno di Smalling – anche se anche Ibanez e Kumbulla stanno dimostrando la propria forza e carisma. Mancini grazie alle sue capacità di impostazione fornirebbe palloni lunghi per la fase offensiva. Il centrocampo è l’anello di congiunzione tra difesa e attacco, svolgendo un ruolo di sostegno per la difesa, aiuto per l’attacco e recuperando molti palloni.
Allegri potrebbe costruire una squadra capace di fornire palloni lunghi ed efficaci all’attacco, in particolare a Dzeko, sdoganandolo dal recupero di palloni bassi.
Con l’ex allenatore della Juventus sarebbe una Roma diversa rispetto allo schema e allo stile di Fonseca, che deve riuscire a convincere tifosi e dirigenza al 100%.
Michela Asti