Classifica dei migliori settori giovanili europei: in testa Real e Barça

La Roma è la prima delle squadre italiane a valorizzare i giovani, ma è solo al 7° posto

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Vivai, giovani, qualità innate, talenti, baby fenomeni, sono queste le parole che spesso sentiamo pronunciare dai dirigenti, dagli allenatori, dai procuratori. Ma si punta davvero sui giovani? Si investe sul serio su di loro, tutelandoli?

Il CIES, il centro internazionale che analizza il mondo del calcio, ha pensato bene di occuparsi di questo argomento. Il risultato di questo studio ha prodotto una classifica inerente ai migliori settori giovanili mondiali.

In testa alla classifica c’è il Real Madrid, seguito a ruota dal Barcellona. Sono queste due squadre spagnole, quindi, quelle che “producono” maggiormente giovani talenti. Del resto basta citare alcuni nomi come Messi, Iniesta e Xavi per non rimanere sorpresi dall’esito di questa graduatoria. Sul podio troviamo anche il Manchester United.

Per trovare una squadra italiana bisogna aspettare il 7°posto, occupato dalla Roma, seguita solo in 18° posizione dal Milan e in 28° dall’Inter. Anche il 31° e il 39° posto sono italiani, rispettivamente Fiorentina ed Empoli. Le altre squadre italiane non sono in classifica. Restano fuori, dunque, delle big del nostro Belpaese, per citarne alcune Juventus, in primis, ma anche Napoli e Lazio. Squadre, queste, di prestigio che farebbero bene a puntare sui propri vivai, investendo su giocatori italiani e anche giovani, evitando di spendere cifre stratosferiche per calciatori stranieri e magari nemmeno così giovani e talentuosi.

I dati che emergono da questa ricerca dimostrano che sono ben 41 i giocatori spagnoli giovani sfornati dal Real Madrid, contro i 35 di Milan e Inter insieme. Una differenza abbastanza notevole che evidenzia proprio il valore aggiunto dato alle cantere spagnole, le quali mirano a creare un intero percorso formativo con i giovani puntando a farli diventare dei “grandi”.

Guardare e investire nel proprio orticello sarebbe un esempio da seguire per le squadre italiane, prendendo come modello le squadre spagnole posizionate ai vertici di questa classifica. L’Italia non sembra ancora pronta a comprendere l’importanza di tale formazione ed anche il riscontro economico che ne deriverebbe. Che manchi proprio una tale forma mentis?

Elena Defilippis